Ha vinto Linate Malpensa finisce ko

Il decreto Linate non sarà temporaneo. E Malpensa può restare a guardare. Lo scalo della brughiera dovrà consolarsi sapendo che il Piano nazionale degli aeroporti, licenziato l’altro ieri sera dal Consiglio dei ministri che diventerà decreto del presidente della Repubblica, considera Malpensa aeroporto strategico e impone sinergie tra i vari scali, ognuno con la propria vocazione individuata da ogni singolo aeroporto.

«Gli scali dovranno essere in collegamento per far recuperare Malpensa, su cui lo Stato e la comunità hanno investito miliardi di euro perché fosse un grande aeroporto intercontinentale», ha detto il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi, ieri pomeriggio, in conferenza stampa a Linate.

Ma intanto la realtà è un’altra. La realtà è che dalla imminente stagione invernale, ossia da fine ottobre, quando scatterà l’ora solare, il decreto Linate sarà valido e le nuove regole per il city airport dei milanesi varranno per sempre, finché qualcuno non cambierà le carte in tavola.

Il ministro Lupi ha firmato ieri il decreto che consente alle compagnie aeree che operano a Linate di raggiungere non solo le capitali europee ma anche ogni città del Vecchio Continente che si voglia, fermo restando il possesso degli slot (finestre di tempo per decolli e atterraggi) utili allo scopo.

Per Malpensa, secondo dati Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile, riportati ieri dallo stesso ministro, significa 200mila passeggeri in meno in volo con Alitalia nel 2015, mentre Linate avrà un’impennata di 1 milione e 300mila viaggiatori (da cinque milioni e 200mila “targati” Alitalia di quest’anno a 6,5 milioni l’anno prossimo) diretti su rotte internazionali. Il ritorno dell’attuale performance della ex compagnia di bandiera nello scalo della brughiera (pari a un milione e 200mila passeggeri su un totale di quasi 18milioni), si avrà soltanto nel 2016. Dunque Malpensa può stare a guardare. E puntare, come sta facendo, su altri vettori.

È un decreto pro Linate e pro Alitalia quello che il ministro Lupi ha firmato dopo aver sempre detto e ribadito che il provvedimento sarebbe stato temporaneo, solo e soltanto per la durata di Expo.

Non è così, invece. «È opportuno e importante razionalizzare l’offerta dei due scali», ha detto il ministro in conferenza stampa. «Il punto valutato è che un decreto a tempo (fino al termine di Expo come chiesto da Pisapia e Maroni, ndr) non avrebbe consentito ad alcuna compagnia aerea di fare investimenti mettendo a punto un piano industriale per cui servono, come minimo, due anni».

La stessa tranquillità non vale, però, per i vettori stranieri che operano a Malpensa. Basti pensare ad Emirates che ha avuto la concessione dei Diritti di quinta Libertà, in pratica la possibilità di proseguire il proprio volo da Dubai a New York, per diciotto mesi.

Senza, perciò, alcuna garanzia nel mantenimento dell’investimento. «Prendo atto dei contenuti del Decreto annunciato oggi (ieri, ndr) dal Ministro Lupi, ma esprimo il mio rammarico per l’assenza della prevista clausola di temporaneità», il commento del presidente Sea Pietro Modiano che ieri ha accolto e salutato il ministro ma non si è fermato alla conferenza stampa.

«Malpensa è lo scalo internazionale più importante del Nord Italia e il Piano Nazionale degli Aeroporti ne ha riconosciuto la centralità. Ma restano le preoccupazioni che ho più volte ribadito. Malpensa non si rafforza certo mettendo voli europei a Linate e trasferendo passeggeri, attraverso Linate, verso hub stranieri concorrenti di Malpensa». Chiarissimo il presidente Modiano.

C’è poi la news di un tavolo tecnico permanente, «luogo istituzionale di confronto», ha detto Lupi con il compito, ogni sei mesi, di mettere in luce e prevenire le criticità nell’applicazione del Decreto. «Ma adesso chiedo un forte impegno del Governo per assicurare la piena libertà di accesso a Malpensa dei vettori internazionali attraverso la concessione e il mantenimento dei Diritti di V Libertà, tanto più in vista di Expo», è l’appello di Pietro Modiano.

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