A Busto una mostra all’Oscar Nostalgia e voglia di riaprirlo

BUSTO ARSIZIO Grazie al Festival fotografico italiano, fino al 4 dicembre tornano a vivere i locali dell’ex cinema Oscar.
La mostra “Made in Italy – Paesaggi, architetture e territori lungo la penisola” è stata infatti allestita proprio nel foyer dello storico cinema bustocco, chiuso nell’ormai lontano gennaio 2006. Da allora, quei locali non sono stati più riaperti, malgrado le voci (mai concretizzatesi) di un possibile riutilizzo dello stabile di via Cavallotti. Né ci saranno novità in tempi brevi, come conferma il proprietario, Livio Barlocco: «Al momento non c’è in piedi alcun progetto concreto – sottolinea Barlocco – Bisogna individuare una soluzione che possa soddisfare sia noi che il Comune, ma per ora è tutto fermo. Siamo comunque disponibili ad aprire i locali per qualche giorno per ospitare eventi speciali, com’è successo nel caso di questa mostra fotografica».

Insomma, i locali dell’Oscar rimarranno chiusi ancora per un po’; per il dispiacere di quei bustocchi che, vedendo le porte aperte, hanno pensato per un attimo che il cinema fosse tornato in attività.
«Qualcuno è entrato appositamente per rivedere questo spazio e riviverlo» rivela Claudio Argentiero dell’Archivio fotografico italiano. Già, perché per molti bustocchi i ricordi legati all’Oscar non sono certo svaniti, malgrado le porte del cinema siano chiuse da quasi sei anni. E anche se non sarà più possibile farlo tornare in vita come cinema («Sarebbe improponibile, nell’epoca dei multisala» rimarca Barlocco), resta viva quanto meno la speranza di un riutilizzo dello stabile.

Ognuno ha il proprio sogno. Argentiero ci vedrebbe bene un polo culturale, mentre è il sogno di Umberto Armiraglio dell’Afi utilizzare gli spazi per allestire un museo di fotografia: «ho avanzato una richiesta in questo senso per utilizzare qualche spazio dell’ex calzaturificio Borri».
Al farmacista (nonchè presidente della Lilt provinciale) Franco Mazzucchelli piacerebbe spostare nei locali dell’ex Oscar la sua farmacia per creare un’isola della salute, un più vasto centro della salute e del benessere.

j.bianchi

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