Cecco: «Chi non sogna, non vince»

«Il Poz dice buone cose di me in continuazione? Ma io lo conosco bene e so che lo fa perché è un grandissimo paraculo».

A volte basta una semplice battuta per descrivere il livello di intesa raggiunto fra due persone, anche se all’apparenza così diverse. Cecco Vescovi e Gianmarco Pozzecco: insieme hanno costruito la Varese del sogno, quella che non si pone limiti e promette innanzitutto divertimento. Lo hanno fatto lavorando fianco a fianco da mattina a sera e condividendo ogni scelta. «Perché, scherzi a parte, fra di noi c’è totale complicità, tanto da aver trascorso il venerdì e il sabato di Ferragosto insieme, io e lui in ufficio, in un palazzetto deserto» racconta il general manager biancorosso.

Il risultato di tanta fatica è un Vescovi «contentissimo». «Perché Gianmarco si è dimostrato fin dal primo giorno molto presente: serio, puntiglioso e totalmente concentrato sull’incarico che gli è stato affidato. E perché questo suo modo di fare e di mostrare grande disponibilità e fiducia, nei confronti di tutti, non è un qualcosa che può apparire così dall’esterno, ma è la realtà, è il suo modo di essere».

Il che non può che far bene a tutto l’ambiente. «E ai giocatori innanzitutto, che capiscono così di far parte di un progetto in cui non è il singolo, ma la squadra, il gruppo ad essere al centro. Questa è la base su cui costruire. Voglio armonia a tutti i livelli e grande lealtà, elemento che certo è venuto a mancare l’anno scorso, anche da parte di alcuni componenti della squadra».

Un messaggio forte quello del general manager biancorosso, che non si tira indietro neanche di fronte alle promesse pesanti spese proprio dal nuovo coach. «Il Poz ha parlato di scudetto? E io dico che se non cominci un’avventura con un sogno così in testa, non lo raggiungerai mai. Certo, è evidente che noi dobbiamo fare strada, sia a livello di club che di squadra, per cui è fondamentale tenere i piedi per terra e lavorare tantissimo. Però è anche vero che l’entusiasmo può portare a raggiungere obiettivi al di sopra di qualunque previsione».

Gli uomini per farlo ci sono. «Io dico che, viste le nostre possibilità, tutti i giocatori che abbiamo portato a casa sono stati dei grandi colpi» sottolinea Vescovi, che traccia caratteristiche e potenzialità di ciascuno. «Se qualcuno pensa per esempio che Diawara e Kangur siano tornati a Varese con l’idea di farsi una stagione di scarico, l’uno dopo gli scudetti vinti, l’altro dopo le due annate particolari da cui è reduce, si sbaglia di grosso: entrambi hanno ancora tanto da dare e lo hanno già dimostrato in questi primi giorni.

Pensate che Kuba si è già presentato al palazzetto dopo le sedute atletiche per fare allenamento extra al tiro». E ancora: «Robinson ci aspettiamo sia leader e trascinatore, Daniel ci darà energia e atletismo, Callahan porterà la sua fisicità e la sua esperienza e Rautins farà da ciliegina sulla torta, non solo come finalizzatore ma anche come creatore di opportunità per sé e per gli altri».

I giovani, poi, possono essere le vere rivelazioni. «Casella è da scoprire e di Okoye ci parlano tutti bene, ma io mi aspetto molto anche da Affia e Lepri: il primo ha di fronte a sé l’occasione che può cambiargli la carriera e il secondo, se saprà crescere fisicamente e apprendere il gioco da “senior”, ha le qualità per diventare una sorpresa».

Scopriremo giorno per giorno dove può arrivare questa Varese. «Non mi pongo limiti ma non voglio nemmeno fissare traguardi da raggiungere» afferma Vescovi. «Sarò soddisfatto se a fine stagione avremo dato il massimo delle nostre possibilità con il sorriso sulle labbra: perché se ci saremo divertiti noi, vorrà dire che avremo fatto divertire anche gli altri».

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