Le carte si mischiano. La magia resta intatta

Il punto di Alan Tonetti

Il giorno dopo la vittoria sulla Virtus Bergamo è uno di quei giorni tranquilli in casa Pro Patria, uno di quelli che servono per godersi i 3 punti, ricaricare le pile, guardare al futuro. La stagione bustocca continua ad avere un ritornello amaro, quello degli infortuni che si infilano tra un’introduzione difficile e strofe di vittorie che aumentano di intensità: domenica è stata la volta, ancora, di Mario Santana e di quel polpaccio che non gli dà

tregua e non erano passate molte partite da quello di Bortoluz. Bonazzi ha sempre preso i pezzi del puzzle e disegnato nuove figure: 4-3-3 in apertura di stagione, 3-5-2 per larghi tratti, 3-4-3 o 3-4-2-1 che dir si voglia domenica. E ha funzionato, alla grande. La mossa tattica ha letteralmente spiazzato l’11 avversario, che ha preso due reti in un quarto d’ora e che è riuscita a prendere le misure solo nella ripresa. Pedone a destra è stato devastante, pur andando poco sul fondo, Gherardi a sinistra ha giocato nella sua posizione naturale, semplificando il lavoro di Barzaghi e trovando anche lo spunto e il tempo per andare in gol. Tutto lascia pensare che questo stesso modulo possa essere replicato anche quando tornerà Mauri perché, non dimentichiamolo, la piccola mezz’ala sinistra è stato il migliore dei suoi fintanto che è rimasto in campo; ora è lontano dalle partite ufficiali da 3 mesi, ma il suo rientro è previsto a breve. Quindi Santana non incide? No, non abbiamo detto questo. 5 gol in campionato e 12 punti portati a casa grazie alle sue reti, il peso specifico dell’argentino è pesantissimo, averlo in campo è sempre qualcosa in più, ma non averlo significa responsabilizzare gli altri ragazzi, spesso sembra che aumentino i giri proprio per sopperire all’assenza del capitano. Staremo a vedere. La buona notizia arriva comunque dal reparto offensivo: Cappai è l’uomo che serviva alla truppa biancoblù per giocare in questa maniera con la sua capacità di fare sponda così come di puntare la porta, domenica lo abbiamo visto fare quello che fa Bortoluz, pressando alto, prendendo calci dai marcatori avversari, provando a concludere. Quanto è bomber? Forse non sarà l’attaccante da 25 reti a stagione, ma il tipo di gioco impresso dal tecnico alla squadra, per quanto continui a variare nel modulo, non necessita di un unico terminale offensivo e permette a tutti di trovare sbocchi. Domenica ha segnato il giovane Piras: basta come esempio?