«Raccontate i fatti, non le opinioni»

Faccia a faccia - Giuliano Melosi si toglie un po’ di sassolini dalle scarpe e promette: «Pronto a chiarirci»

Dopo aver preso per la gola il campionato di Eccellenza, Giuliano Melosi è stato riconfermato alla guida del Varese. Una panchina, la sua, che fino a poco tempo fa sembrava in bilico, ma che invece si è ripreso. Dopo la riconferma, avvenuta ufficialmente sabato pomeriggio, noi de La Provincia abbiamo deciso di intervistarlo: perché era giusto, perché era doveroso. Ciò che leggerete è quello che ci siamo detti; questo, è quello che ci ha detto. Parola dopo parola.

Come avrei dovute viverle? Questa è una situazione normale, anzi, normalissima. L’ ho vissuta serenamente, consapevole di ciò che abbiamo fatto durante la stagione passata.

Si possono dire diecimila nomi, ma ripeto: è normale che la società abbia anche sondato altre piste, altri nomi, altri allenatori. Succede in Serie A, perché non dovrebbe succedere nel Varese?

La paura per me non esiste. Dovrei avere paura di cosa? Non ho avuto paura perché mica perdevo il lavoro e rimanevo a casa: in questi mesi ho ricevuto molte altre offerte. Anche se il Varese è sempre stata la mia prima scelta, e questo lo sanno tutti. Comunque non ritengo giusto quello che avete scritto sul vostro giornale: non è stato corretto nei miei confronti.

Se sono stato riconfermato è perché i quattro soci del Varese mi hanno voluto ancora qui, alla guida della squadra. Se sono stato riconfermato è perché tutti loro credono in me.

Queste cose mi fanno ridere. Non vi leggo nemmeno più. Comunque, complimenti a Iacolino: ha vinto 5 o 6 campionati in Serie D. Ma quello che scrivete voi non è la verità, perché siete di parte. Mangia, quando vinse la Serie D, la vinse alla sua prima volta, quindi…

Lo sapete voi da che parte siete. Avete scritto, durante tutto l’anno, cose non vere. Io dico: se siete giornalisti limitatevi a raccontare i fatti, non le vostre opinioni.

Guarda caso però certe cose le ho lette solo sul vostro giornale, e non sugli altri.

Tante cose. Ne volete una a caso? Questa mi pare che l’abbia scritta lei: ha detto che io ci avrei messo un mese a capire che Simonetto era un centrale… Roba da mettersi le mani nei capelli che non ho.

Ma vi sembra possibile che non sappia che Simonetto sia un centrale? Cosa sono, scemo?

Non è uno sfogo il mio, è semplicemente la constatazione della realtà.

Una realtà che voi distorcete perché siete di parte.

A questa domanda non voglio rispondere, perché tanto voi lo sapete da che parte state. Ma vabbè, torniamo a quello che volevate chiedermi, altrimenti l’intervista viene solo su queste cose. Spero che un giorno ne parleremo a quattr’occhi e ci chiariremo su alcune cose.

Se sono qui è perché tutti mi hanno voluto. Ho parlato con Gabriele Ciavarrella, Piero Galparoli, Enzo Rosa e Paolo Basile. Quindi, se dovessi dire un grazie, sarebbe all’intera società; e a nessuno in particolare.

Non voglio fare proclami. I giocatori si svincoleranno a breve e c’è ancora tutto il mercato davanti. Ora è tempo di lavorare. Ai tifosi posso dire solamente che l’anno prossimo onoreremo la maglia, come abbiamo fatto quest’anno.