Salvateci e poi levate il disturbo tutti

L’editoriale di Francesco Caielli dopo la terribile sconfitta della Openjobmetis Varese a Pesaro

Capolinea, gente. Al di là di quello che succederà alla fine della stagione, con una salvezza che sarà difficile da conquistare, lo scempio andato in scena ieri a Pesaro mette una pietra sopra a un progetto che non è mai decollato, una squadra che non è mai stata squadra, una società che ha fallito. In dieci minuti di imperdonabile follia i giocatori scesi in campo indossando la maglia di Varese hanno messo a nudo l’inadeguatezza di quasi tutti i protagonisti di questa stagione sciagurata.

Da bocciare senza appello chi ha pensato e costruito questa squadra, chi ha valutato e scelto questi giocatori, chi ha messo in piedi questo gruppo senza capo né coda: Arrigoni e Coppa, architetti di questa Varese, devono delle scuse ai tifosi.

Il direttore sportivo da qualche tempo non parla, almeno con noi della Provincia: perché non ha nulla da dire, oppure perché non può dire quello che vorrebbe (quanti soldi aveva a disposizione per fare questa squadra, per esempio). Preso dopo aver incassato i “no” di Iozzelli e Alberani, non è mai riuscito a fare l’Arrigoni scivolando in una rassegnazione che sa di resa.

Il presidente dal canto suo si trova nell’impossibilità di mantenere quello che promise l’estate scorsa («Questa è la mia squadra, la difenderò se e quando ce ne sarà bisogno»). E dovrebbe quindi ammettere (a se stesso e agli altri) il fallimento totale e drammatico di un progetto per il quale si è speso in prima persona e che è naufragato senza appello.

Spiace parecchio dover registrare anche la paurosa sbandata di Moretti, fino a ieri sera unica nota positiva della stagione di Varese ma tra i principali responsabili del disastro pesarese (timeout tardivo nel quarto periodo, Galloway tenuto misteriosamente in campo a far disastri).

Cambieranno tante cose, in vista dell’anno prossimo: impossibile pensare che qualcuno dei protagonisti di questo fallimento (Moretti a parte, forse) possa ripresentarsi, chiedendo una seconda chance. Prima però bisogna salvarsi, perché retrocedere significherebbe morire. Trovate il modo di salvare questa squadra, non ci interessa come ma salvatela. E poi addio, togliete il disturbo.