Europee, parte la guerra dei manifesti: il centrodestra punta sui leader, il Pd insiste coi diritti civili

Da Meloni a Tajani, città tappezzate dai 'faccioni'. Anche di chi non corre, come Salvini. La Schlein a caccia del voto omosessuale.

La corsa ai manifesti elettorali è ufficialmente iniziata in vista delle prossime elezioni europee, con i partiti che stanno puntando su diverse strategie. Nel centrodestra, Matteo Salvini e la Lega hanno optato per uno slogan chiaro e diretto: “Più Italia – meno Europa”. Fratelli d’Italia, invece, ha scelto Giorgia Meloni come testimonial, con il motto “Con Giorgia” e un’atmosfera quasi europeista: “L’Italia cambia l’Europa”.

Forza Italia, capitanata da Antonio Tajani, si presenta come “una forza rassicurante al centro dell’Europa”, rivendicando il primato a difesa del continente. Nel frattempo, il Partito Democratico ha optato per manifesti che enfatizzano i temi e i programmi, con un’immagine evocativa di due mani che si sfiorano su uno sfondo rosso con un drappo arcobaleno, sottolineando l’inclusività dell’Europa che vogliono.

Anche il nome gioca un ruolo importante, come nel caso di Cecilia Strada, capolista nel Nord Ovest per il Pd, che si presenta come “la Strada siamo noi – Cecilia è l’Europa che vogliamo”, richiamando il suo impegno con Emergency.

Anche a livello locale, come a Lecce, si corre per il rinnovo del consiglio comunale, con candidati come l’attuale assessore al traffico ‘Marco detto Urban De Matteis’, che invita a votare semplicemente scrivendo ‘Urban’ sulla scheda.