«Vincerò la mia guerra con un sorriso. Sulla neve ho visto la bellezza della vita»

Emozioni “diverse” dopo la due giorni sulle piste di Madesimo, con il racconto toccante di Barbara Borelli. «Sei mesi fa il trapianto di midollo, ora la bellezza della montagna. Con gli angeli della Fondazione Ascoli»

Per arrivare puntuali all’appuntamento di Madesimo con i “ragazzi della neve” la squadra della Fondazione Ascoli è partita all’alba anzi, un po’ prima. Rosella, Angela, Elisa, Barbara, Luca, Matteo e Michael. Una volontaria, una mamma e ragazzi «ai quali la vita sta chiedendo tanto», come dice Angela, la mamma di Elisa. «Nei momenti difficili, per quanto i tuoi cari e gli amici possano starti vicini la sensazione di solitudine è sempre lì, al tuo fianco –

continua Angela – Quando meno te l’aspetti sbucano altre persone che ti chiamano per proporti una vacanza. La prima risposta che ti viene in mente è no. Ma la risposta non è tua. È quella della solitudine che non si arrende ad essere messa in un angolo. E allora qualcosa ti prende per mano e il no resta nella testa mentre dalla bocca esce un si. Un si che ti apre una porta su un mondo che non conoscevi, fatto di altre persone come te ma con pensieri e problemi diversi, con una forza di volontà contagiosa capace di spazzare via solitudine e limiti».

A Medesimo la neve che ha fatto da scenario alla quinta tappa dello Ski Tour organizzato dall’associazione varesina Freerider Sport Events era appena sufficiente per imbiancare le piste ma ai 17 sciatori seduti e alla squadra della Fondazione Ascoli è sembrata ottima e abbondante come l’allegria e la simpatia che caratterizza ogni appuntamento della “scuola itinerante” di monosci targata Varese ormai conosciuta in tutta Italia. Michael è il più piccolo. Per lui, come per Matteo e Luca, è la seconda volta sugli sci con i Freerider. Il fratellino Nicholas è all’ospedale di Pavia che scalcia la leucemia, in attesa del secondo trapianto. Di dar calci alla leucemia ne sanno qualcosa anche Matteo e Luca. «Giornate come queste sono la medicina migliore per ogni malattia o brutto pensiero – attacca Luca – arrivi in albergo giusto il tempo per la colazione e vieni accolto come in famiglia. Non so se sia giusto parlare di persone speciali. Io penso che siano persone normali che ti fanno sentire normale, condividendo momenti ed emozioni speciali che restano e che sarebbe bello vivere più spesso». Festa nella festa il “complemese” di Barbara. Lei a Medesimo era venuta per guardare gli altri sciare ma poi eccola la “volontà contagiosa”. Un tandem ski vuoto non si può vedere e anche per Barbara, a sei mesi esatti dal trapianto di midollo, arriva il momento di sentire il vento in faccia.
«Per me la montagna con la neve è stata una novità – racconta Barbara – Quando ho accettato di partire per questa tre giorni non pensavo di poter festeggiare il mio sesto complemese dal trapianto volando sulla neve. Ammetto di aver avuto qualche dubbio ma adesso sono felice di aver ricominciato da qui a sorridere alla vita. Una vita che mi ha insegnato quanto una malattia possa essere un valore aggiunto a ciò che siamo. In questi giorni mi sono persa negli occhi dei miei compagni della Fondazione Ascoli e in quelli nuovi dei ragazzi e degli uomini di ogni età in carrozzina ‘a lezione’ dallo staff Freerider. Non ho visto traccia di disperazione. Solo voglia di non mollare, nonostante tutto. Non so se guerrieri si nasce o si diventa. So solo che incontri come questi ti insegnano che la guerra, la nostra guerra, si deve combattere e vincere ogni giorno con l’arma più potente che esiste: il sorriso stampato sul viso».

Barbara Borelli ha 24 anni, è impiegata, di Malnate, l’ultima di quattro sorelle messe al mondo da mamma Stella con papà Franco. La leucemia l’ha colpita a 17 anni. Un dolore ad una gamba, gli esami, la diagnosi, due anni di chemioterpia, la vita ricomincia e poi… «Nel dicembre del 2014 la malattia si è ripresentata più forte. Venni ricoverata a Pavia per ricominciare la chemio di preparazione al trapianto. Tra le mie sorelle Giusy risultò compatibile con il mio midollo. Sette mesi dopo feci il trapianto». L’incontro con la Fondazione Ascoli? «È avvenuto la seconda volta, prima del ricovero a Pavia. La prima volta l’ospedale di Varese era solo un ospedale. Quello dove sono arrivata la seconda volta trovando la Fondazione Ascoli era una famiglia con amici e bambini coraggiosi che mi hanno dato una grande forza. In Angela Ballerio, “la first lady”, ho trovato una mamma ed una persona fantastica, a capo di un plotone di volontari disposti a tutto per stare al nostro fianco, insieme ai nostri cari».
Di cosa ha bisogno una ragazza che si ritrova a dover percorrere la tua strada?
«Non deve sentirsi malata. Al Day Hospital e non solo, Angela e i volontari della Fondazione occupano la giornata dei pazienti con attività e iniziative in spazi che pur ricavati in ospedale tolgono il pensiero di doverci stare per le terapie, regalandoti la sensazione di poter decidere della tua vita anche in un momento dove a decidere non sei tu». Sai che non tutti sono d’accordo sul portare sorrisi e vita quotidiana in un reparto d’ospedale. «Invece è fondamentale! La solitudine è un male anche per i medici e le terapie: da soli non ce la farebbero mai! Senza amore e calore umano la leucemia, come ogni altra malattia che attacca la vita, sarebbe un peso insopportabile per chi ce l’ha e per chi la cura».

spinta per rialzarsi

E a Madesimo con i Freerider come ci sei arrivata? «Grazie alla Fondazione Ascoli e per non sentirmi diversa dagli altri. Pensavo solo di trascorrere un fine settimana sereno e invece ho conosciuto persone fantastiche che mi hanno fatto volare sulla neve, coccolata e comodamente seduta. Alla sera in albergo mi hanno fatto trovare addirittura la torta per il mio complemese e poi mi hanno portato in discoteca! Appena posso ritorno per imparare a sciare. La vita mi ha dato una spinta e sono caduta. Adesso, la mia famiglia, la Fondazione Ascoli e i miei nuovi amici della Freerider mi hanno dato la spinta per rialzarmi e recuperare tutto il tempo trascorso in ospedale. Per sorridere, lavorare, sciare… per vivere».