«Io, costretta a seguirlo». In manette il conoscente

La ragazza sarebbe stata sequestrata e violentata, paralizzandosi per la paura. L’allarme da un amico

Sequestrata e violentata nella notte tra sabato e domenica: c’è un arresto. I contorni della vicenda si stanno ancora delineando. Le indagini sono ancora in corso per accertare l’esatta dinamica dei fatti e gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. Certo è l’intervento nella primissima mattinata di ieri da parte dei carabinieri della compagnia di Saronno in seguito a una chiamata al 112.

Poco prima delle 7 di ieri un ragazzo ha segnalato il rapimento da parte di un suo conoscente di una giovane ragazza moldava. Nella segnalazione, concitata, il giovane spiegava anche di essere stato colpito alla testa dal conoscente, un tunisino, con una lattina. Quindi di aver visto l’altro portare via di forza la vittima.

Immediatamente le indagini hanno preso il via. Sono stati anche allertati i vigili del fuoco per un’eventuale ricerca persona. I militari, però, ottenuto il numero di telefono della ragazza sparita hanno tracciato il suo cellulare fortunatamente rimasto accesso, localizzandolo. In forza l’Arma ha raggiunto un’abitazione di Rovello Porro dove il segnale del telefonino era stato localizzato. La ragazza era effettivamente in quella casa e con lei c’era il giovane tunisino.

La vittima inizialmente ha negato, probabilmente per paura, di aver subito abusi. Poi, forse perché rassicurata dalla presenza dei militari, ha cambiato la sua versione raccontando quanto le sarebbe accaduto.

La giovane, che aveva i jeans tutti sporchi di fango, ha ammesso che il ragazzo straniero l’aveva trascinata a forza per alcuni metri per portarla via. E il fatto spiegherebbe perfettamente i pantaloni sporchi. Quindi, terrorizzata che l’altro potesse farle del male, la giovane ha smesso di opporre resistenza. Va precisato: era terrorizzata che l’altro potesse farle molto male e quindi ha smesso di farsi trascinare camminando. Non ha acconsentito a seguirlo: è stata la paura a costringerla.

I due hanno quindi avuto un rapporto sessuale. In realtà la ragazza sarebbe stata violentata. La giovane non aveva segni di percosse sul corpo. Il fatto però è spiegabile sempre sottolineando che era terrorizzata. Che non ha reagito perché paralizzata dalla paura e quindi il suo presunto stupratore non ha avuto necessità di picchiarla per sopraffarla. Il fatto che una donna, per timore magari di essere percossa o peggio, non reagisca davanti ad uno stupro non significa che la violenza sessuale non ci sia stata. Significa soltanto che il potere di minaccia, la capacità di incombere e schiacciare chi subisce l’abuso, sono così forti da paralizzare la vittima. Il giovane tunisino è stato arrestato.

Ora i militari stanno lavorando per ogni aspetto della vicenda cercando riscontri alle dichiarazioni dei coinvolti. Il giovane fermato ha infatti negato ogni addebito dichiarando che la ragazza era consenziente.