I bambini della Collodi fanno visita agli Angeli Urbani

Ad attendere la scolaresca ci sarà anche la direttrice Piera Cesca: «E’ sempre un’emozione ricevere i bambini»

Questa mattina farà il suo ingresso al dormitorio dell’ex Chalet Martinelli in via Trieste la scuola dell’infanzia Collodi di via Brunico, “in cammino verso l’altro” per un progetto di conoscenza sociale e territoriale che le insegnanti stanno svolgendo in collaborazione con altri plessi dell’Istituto Comprensivo Varese 1. Ad aspettare il tenero arrivo dei bambini di cinque anni presso la sede degli Angeli Urbani, accompagnati dalle loro maestre di sezione, ci saranno la direttrice Piera Cesca e Antonia Calabrese di Varese in Maglia,

la promotrice dei manufatti creativi dedicati ai più bisognosi. «E’ sempre un’emozione ricevere i bambini» ammette Piera, una vita spesa ad aiutare gli emarginati. «E’ la prima scuola che viene a trovarci quest’anno, ma per tutto il 2016, da gennaio a dicembre, abbiamo ricevuto tanti bambini, fra materne, elementari e medie». Da gennaio quindi il Collodi è la prima scolaresca ad affrontare il percorso di conoscenza del mondo di chi è rimasto, per sua sfortuna, senza fissa dimora, e questo proprio a ridosso dell’arrivo di papa Francesco a Monza, il portavoce del messaggio universale della Chiesa rivolto in particolare agli ultimi ed agli emarginati. «Ai bambini piccoli non si può dare spiegazioni crude» ha spiegato la bionda madrina dei senzatetto varesini. «Bisogna stare attenti a dosare le parole, cercando di mediare fra il discorso fantastico e la realtà dei fatti. Inizierò a raccontare la favola della lumachina che si porta la casa appresso per ripararsi, per poi arrivare dolcemente alla storia di chi rimane senza una casa, senza una famiglia, senza affetti che possano prendersi cura di lui: ma gli Angeli Urbani sono qui per questo, per far ritrovare un tetto e una famiglia a chi li ha perduti». Attraverso i colori vividi dei dipinti dei ragazzi del Liceo Artistico, gli interni dello Chalet si fanno luoghi pregni di magia: e proprio lì, come d’incanto, si materializzerà la fata delle coperte coloratissime, che, quadrotto dopo quadrotto, aiutata da due vivacissime nonne, assemblerà sotto gli occhi dei bambini le coperte della solidarietà. Una sinergia, la loro, creativa, pedagogica e dolcissima.