«Innamorata, interista, golosa…»

Bambi Lazzati. Le nostre interviste “particolari” continuano: oggi tocca all’organizzatrice del Premio Chiara

Continua il nostro viaggio alla ri-scoperta di varesini noti. Che, con le nostre chiacchierate “diverse”, vi offriamo in una versione più intima e quotidiana. Oggi la protagonista è Bambi Lazzati

, organizzatrice del Premio Chiara.

Il mio nome, Bambi, in verità è un soprannome. La mamma, che è ferrarese ma ha sposato un milanese era convinta che il suo primo figlio sarebbe stato un maschio. Quando sono nata io non aveva pensato a un nome da femmina! Ma siccome quelli erano gli anni del cartone animato Bambi, io avevo gli occhi grandi…eccomi qui. Il mio vero nome è Maria Federica, ma solo un vecchio zio di Ferrara insiste nel chiamarmi così.


Sono del 1948, gli anni ci sono, ma sto bene, la carrozzeria regge. Certamente non tornerei indietro.

Ho insegnato storia dell’arte per diversi anni e ho sempre organizzato eventi in ambito artistico. Da 28 anni faccio il Premio Chiara, perché mi piace e mi diverte.


Si sì. Insomma, mi sono sposata a 20 anni, è passato tanto tempo, ho avuto 3 figli… Devo dire che l’amore cambia negli anni, ma sto bene con mio marito e la mia famiglia. Ecco, posso dire che sono presa.

L’Inter! Sono interista di famiglia, ma di una vecchia generazione. Conoscevo bene Peppino Prisco… la mia squadra del cuore è l’Inter degli anni di Angelillo. E la pallacanestro. Da milanese sono stata una “scarpette rosse”, ma a Varese ho avuto nel cuore la Varese Roosters di grandi campioni che hanno vinto tutto, come Meneghin, De Pol, Galanda…

Sono una brava cuoca, ma anche una golosa. Ad esempio, questa sera a cena mangerei un bel piatto di spaghetti con le vongole, rigorosamente in bianco. In generale il pesce mi piace molto.

Lo sci è lo sport del mio cuore, sono sempre stata una grande sciatrice. Da quando ho smesso di correre per via del menisco cammino un’ora al giorno.


Sono una non-politica, soprattutto per il mio lavoro… Sono per il fare bene e fare cose buone. Negli anni ’70, ai tempi della contestazione, a Brera, io entravo a dipingere nonostante i picchetti. Vengo da una famiglia liberale.

Mare, decisamente. In qualsiasi momento e con qualsiasi clima. Sono una da spiaggia libera dalle dieci del mattino alle sette di sera.


Da un po’ di tempo lo voglio quasi vuoto… sono a dieta! Per ora c’è solo frutta e insalata. E Acqua gassata.

Sono una da vini frizzantini, lambrusco, bonarda, ma anche i bianchi. Ho scoperto la birra da poco e con la pizza mi piace prenderla rigorosamente alla spina. Ma in fondo, da vera milanese, sono una da Zucca con ghiaccio e selz.

Il telefonino perché mi dà sicurezza, nel caso in cui mi dovesse succedere qualcosa.


In Italia, al mare in meridione. Penso a posti come la Puglia o la Sicilia, che adoro… Ci sono sempre paesini, abbazie e ristorantini di cui innamorarsi


Milano, perché sono milanese. A Milano sto bene, dormo persino di più che a Varese. Questa città è il mio ossigeno

Non ho sogni nel cassetto, piuttosto dei desideri. Desidero il bene per la mia famiglia e di avere una mia tranquillità interiore. Vorrei avere una realtà e una vecchiaia serena.


Vicino al matrimonio, intorno ai 20 anni. Allora non c’era la libertà ma forse neanche la voglia…diciamo la verità, non conoscevo cosa significa “scopare”. Per me è successo quando ho avuto la consapevolezza che fosse un atto d’amore, senza pruderie.


Garibaldi, con il suo “fare”, “andare” e i suoi Mille mi ha sempre affascinata

Un amore a Capri di Giorgio Soavi. Forse non mi ha cambiato la vita, ma lo rileggo sempre volentieri, è un po’ la mia madeleine. Quando ero bambina avevamo una casa ad Anacapri, mi fa riscoprire ogni volta la mia vena un po’ amarcord.


Ho in mente dei cantanti, più che delle canzoni. Innanzitutto Battisti, piango quando lo ascolto e mi ricorda la mia giovinezza. Poi c’è Vasco, eterno! E Springsteen, che è tutto un altro mondo. Ho visto il suo ultimo concerto quest’estate a San Siro. Non sono una che va tanto al cinema. Tra gli ultimi film che ho visto mi è piaciuto Perfetti sconosciuti. Tra i classici mi emoziona la fiaba di Pretty Woman.

Essere più sereni politicamente. Che si prenda una strada giusta e più controllata, che le cose siano fatte bene e che ci si aiuti tutti un po’ di più. Non voglio doni, ho desiderio di fare ordine e di sistemare la mia casa. Spero anche di poter fare un bel viaggio a Berlino. Per il resto, mi auguro di poter continuare a lavorare finché ci credo e mi diverto. A tutti dico di non perdersi in stupidate, bisogna imparare a passare sopra alle cose.