Le partecipate non convincono. L’insoddisfazione è bipartisan

Nomine - In attesa delle scelte per Aspem Spa, non tardano ad arrivare critiche relativamente ad Avt e Aspem Reti

Virata “troppo a destra” da parte del sindaco Galimberti nella scelta dei vertici delle società partecipate del comune di Varese. Piovono critiche bipartisan e si attendono le nomine in seno ad Aspem Spa. , ex assessore alle Grandi Opere della giunta Fumagalli, in quota a Forza Italia, è il nuovo presidente di Avt. Mentre , ex sindaco di Gazzada in quota UDC è il presidente di Aspem Reti. Due nomi che non piacciono all’opposizione, ma neanche alla maggioranza che solleva qualche dubbio sulla reale indipendenza del sindaco nella scelta.


All’interno del Pd è che questa volta ha deciso di manifestare tutte le sue perplessità riguardo ai criteri di scelta utilizzati da Galimberti per le nomine delle partecipate. «Scelte fatte, davvero, in base alla competenza e al merito? – si chiede Mirabelli – Non mi permetto di metterlo in dubbio anche se troverei drammatico per una città che deve essere rilanciata se, tra i curricula presentati, non ce ne fossero di nuovi e soprattutto di migliori. Personalmente, tuttavia, credo che sarebbe stato lecito attendersi un segnale di coraggiosa discontinuità con il passato – aggiunge – Di scelta stravagante in scelta stravagante non vorrei, invece, che, alla fine, ci trovassimo nella condizione di dovere rimpiangere la Giunta Fassa come quella più di centrosinistra della storia di Varese».

Se è diventato difficile credere a Galimberti all’interno della maggioranza figuriamoci all’esterno. E infatti l’opposizione non si è fatta scappare l’occasione di gettare benzina sul fuoco interno al Pd. I criteri di scelta definiti dal sindaco per «competenza, professionalità, esperienza e tempo da dedicare», sembrano per l’opposizione in realtà più vicini ad una logica politica. «Francamente non riesco a capire quali possano essere le competenze specifiche di Minonzio che tanto hanno entusiasmato Galimberti: un agente assicurativo che ha fatto il sindaco di Gazzada – commenta il consigliere leghista, – La sua nomina corrisponde più che altro al pagamento di una cambiale elettorale sottoscritta da Galimberti, altrimenti non si spiega». Anche Franco Taddei non convince l’opposizione. «Per quanto il suo curriculum sia sicuramente più nutrito di quello di Minonzio – sottolinea ancora– non condivido il suo approccio liberalista radicale sullo smantellamento delle municipalizzate. Hanno fatto la storia dell’economia lombarda, basti guardare ad A2A, e scegliere la privatizzazione è una contraddizione in seno alla sinistra». Il sospetto che dietro alle nomine ci siano dei debiti elettorali da saldare è condiviso anche da Forza Italia. «E’ presto per dare un giudizio complessivo sulle nomine perché stiamo aspettando ancora quelle di Aspem Spa – dice invece il consigliere – Per il momento da questi primi frettolosi passi non ci sembra che i criteri utilizzati siano tanto quelli del merito, quanto quelli dell’appartenenza o della continuità politica con l’attuale maggioranza».
Oltre a Taddei, come membri del consiglio di amministrazione di Avt ,sono stati scelti e , entrambi candidati alle elezioni, rispettivamente nella Lista Davide Galimberti e in quella del Pd, che però non hanno passato la prova del voto e sono stati esclusi dal consiglio comunale. Per assolvere il compito, infine, il presidente di Avt guadagnerà 12.150 euro lordi l’anno, i membri del cda 7.425 euro. L’amministratore unico di Aspem Reti guadagnerà invece 20 mila euro lordi l’anno. Si attendono adesso le nomine di Aspem Spa, la più importante tra le partecipate del comune di Varese, che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni. In questo caso i compensi viaggiano su cifre molto diverse: il presidente guadagna 44.443 euro e i cinque consiglieri 7.143 euro.