Vuole pagare con il facsimile di 500 euro. Richiedente asilo arrestato dai carabinieri

L’uomo, un nigeriano di 30 anni, ha cercato di fare la spesa con soldi falsi. Arrestato dai carabinieri dopo un tentativo di fuga

Tenta di spendere il facsimile di una banconota da 500 euro. Poi fornisce false generalità ai carabinieri: asilante arrestato dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Varese. È accaduto l’altro ieri sera a Varese.

L’uomo, nigeriano, 30 anni, richiedente asilo si è presentato in una rivendita orto frutticola per la spesa. Dopo gli acquisti si è presentato alla cassa allungando al titolare dell’esercizio commerciale la banconota. Nemmeno una banconota contraffatta, seppur in modo grossolano.

Ma la fotocopia di una banconota da 500 euro con stampata sopra la dicitura facsimile. Una di quelle che si trovano all’interno di alcuni portafogli in vendita a dimostrazione della versatilità dello spazio del borsellino. Con quella il trentenne pretendeva di saldare il cinto. E ovviamente di avere anche il resto. Il titolare dell’esercizio commerciale ha anche cercato di spiegargli che quello non era denaro. Era un banale pezzo di carta senza potere d’acquisto, ma il trentenne non desisteva. Diventando via via sempre più insistente. Quelli erano i soldi e quelli il commerciante doveva prendere salvo poi consegnare la spesa. Il titolare dell’ortofrutticolo ha quindi chiamato i carabinieri davanti all’insistenza dell’uomo. Ai militari il nigeriano ha detto di non avere documenti. E ha fornito un nominativo.

Quindi ha cercato di scappare. A quel punto è stato bloccato dai carabinieri.

Dalla tasca gli sono sbucati dei documenti di identità: il trentenne quindi aveva mentito asserendo di esserne sprovvisto. Non solo. Dai documenti è apparso chiaro che ai militari il trentenne aveva fornito delle false generalità. Per lui sono scattate le manette d’intesa con l’autorità giudiziaria. L’uomo è stato accompagnato in carcere ai Miogni.

Nelle prossime ore il pm deciderà se mandare l’arresto in convalida davanti al gip oppure in sede di udienza direttissima. Sono in corso accertamenti per capire come mai il trentenne abbia mentito pur essendo in possesso di documenti di identità.