7 dicembre, Sant’Ambrogio, il vescovo guerriero con lo sguardo asimmetrico

Il 7 dicembre Santa Romana Chiesa commemora Sant'Ambrogio di Milano, il cui nome è fortemente legato alla città di Varisium.

Sant’Ambrogio fu più che un semplice vescovo nemico dell’eresia (come se essere vescovo nel IV secolo fosse una passeggiata). Aveva uno sguardo asimmetrico.

Subentrato al vescovo ariano Aussenzio, che aveva devastato la diocesi per più di un decennio, il santo visse nei tumultuosi anni del conflitto con l’eresia. Lui, sulla cui bocca appena nato delle api si erano posate, divenne voce di Dio e della Vergine Maria contro gli errori. Mai si tirò indietro, nemmeno quando furono progettati attentati contro di lui e nemmeno quando una monaca ariana si arrampicò sul pulpito per tirarlo giù.
Nemmeno davanti alle prepotenze imperiali si fermò, arrivando a chiudersi coi suoi nella basilica, ignorando l’ordine imperiale di sgombrare.
Aveva uno sguardo asimmetrico.

Non si tirò indietro nemmeno quella volta in cui, essendo la misura colma, armò i suoi fedeli e diede battaglia agli ausiliari germanici ariani, sconfiggendoli e sospingendoli alle pendici dei monti attorno alla cittadina di Varisium.
Gli ariani si erano fortificati su questi monti e lui sapeva bene che attaccare quelle posizioni, difese comunque da soldati di professione, con milizie armate alla meglio era un suicidio.
Tutti guardarono a lui, al Vescovo Guerriero, primo a sguainare la spada e ultimo a rinfoderarla,

a lui, primo fra i luminosi vescovi del nord. E Sant’Ambrogio chiese aiuto alla nemica dell’errore, la Beata Vergine Maria, affinché assistesse in quest’ultima battaglia i suoi figli; subito discese dal Cielo un turbine di fragore e tempesta che avvolse la montagna. Gli ariani, terrorizzati, cominciarono a combattere fra loro, morendo tutti.
E Sant’Ambrogio, grato all’Ausilio dei Cristiani, le consacrò per sempre quella vetta montuosa. Anno Domini 389. Quella vetta è Santa Maria del Monte.

Aveva uno sguardo asimmetrico.
In vita Sant’Ambrogio aveva lo sguardo asimmetrico, probabilmente per una ferita ricevuta in battaglia.
Ferita che forse fu il ricordo per tutti i suoi fedeli, il marchio di quei giorni di fuoco e metallo in cui dimostrò ai suoi fedeli col sangue ciò che sempre aveva predicato dal pulpito.
Il buon pastore dà la sua vita per le pecore“.