Roma, 9 giu. (TMNews) – Giudizio immediato per il filippino Winston Manuel Reves, accusato di avere ucciso il 10 luglio del ’91 la contessa Alberica Filo della Torre. Lo ha disposto il giudice Francesco Patrone su richiesta del pm Francesca Loy.
Tre tracce di dna, una confessione e “nessun dubbio” che il 10 luglio del ’91 il filippino Winston abbia ucciso la contessa Alberica Filo della Torre nella villa dell’Olgiata. “I carabinieri del Ris sono riusciti a trovare tracce che altri non avevano preso in considerazione”, ha detto il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani “non solo per premiare gli investigatori, ma per riconoscere il valore di un metodo di lavoro”. Gli esperti coordinati dal comandante Luigi Ripani hanno anche ricostruito la dinamica di quanto accaduto.
“Una volta isolate le tracce di Winston – è stato spiegato – abbiamo cercato di ripetere l’evento”. Con l’ausilio delle fotografie del luogo dell’omicidio e un manichino è stato possibile “riannodare” il lenzuolo attorno al collo della vittima. E capire che la ferita che Winston aveva al braccio si era tamponata “proprio con il pezzo di stoffa usato per uccidere”. Sono passati quasi 7.300 giorni dalla morte di Alberica Filo della Torre.
E il responsabile di quel delitto avvenuto il 10 luglio del ’91 è il filippino Winston Manuel Reves, 40 anni compiuti a settembre. Dopo la convalida del fermo fatto dalla Procura da parte del gip e il rigetto dell’istanza dei difensori da parte del riesame, nuove prove sono arrivate a carico dell’ex domestico di casa Mattei. Adesso i legali di Winston potranno chiedere l’abbreviato. Se così non fosse la prima udienza davanti ai giudici di corte d’assise è fissata per il 25 ottobre. Per il capo d’imputazione Winston rischia l’ergastolo, il massimo della pena.
Dalla fotografia del lenzuolo che avvolgeva il capo della contessa, la macchia che ha incastrato l’assassino appare grande, molto di più dei due centimetri dichiarati dagli uomini del Ris.
Sembra più chiara, di molto, rispetto alle altre. “Salta agli occhi”, ha spiegato un investigatore. Da 51 prelievi, su quel pezzo di biancheria è venuto il risultato che ha incastrato Winston. “Quella rivelatrice è stata la numero 42”, dice il comandante Ripani.
Winston ha spiegato che la mattina dell’omicidio, per farsi coraggio e rientrare nella villa dalla quale era stato licenziato poco meno di un mese prima, prende un bicchiere di whisky a stomaco vuoto. Vuole farsi riassumere. Ha bisogno di lavorare. Va dalla contessa e lei non lo ascolta. Lui perde la testa. Spinge la donna, afferra uno zoccolo, la colpisce. Per il resto il filippino non è riuscito a ricordare altro oggi.
Anche dalle ultime testimonianze raccolte dal tenente colonnello Bruno Bellini e dal pm Loy, è venuta la conferma che Winston “era capace di fare quel che ha fatto”. “Perché aveva bisogno di soldi, aveva detto di volersi sposare. E poi in più occasioni aveva dato prova che il suo carattere era tutto meno che tranquillo”.
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