VARESE C’erano Ramona e la cugina Adriana. Sono state prelevate a Gallarate dall’autista del Comune Salvatore Napoli per conto del sindaco Aldo Fumagalli e portate a Varese per sistemarle in un appartamento del comune in via Vetta d’Italia, a San Fermo.
Non prima però di un lungo braccio di ferro tra primo cittadino, mittente della richiesta, e il dirigente dei servizi sociali Silvio Pieretti, che ha consegnato le chiavi dell’alloggio solo dopo che Fumagalli gliel’ha espressamente ordinato per telefono. Ma in precedenza il sindaco, a bordo dell’auto blu guidata sempre dallo stesso autista, si era recato almeno un paio di volte a Monza a trovarle. È quanto ha raccontato Salvatore Napoli, ieri mattina in tribunale, interrogato dal pm Agostino Abate, nel processo contro Aldo Fumagalli per peculato e concussione.
Reati materializzati secondo l’accusa proprio da quelle condotte. E poi c’era l’allora amico Roberto Pasin, imprenditore edile dal quale l’ex sindaco ha pure acquistato tre appartamenti a Malgesso. Pure lui è stato sentito come testimone: ha raccontato della sua amicizia con Fumagalli, dei fine settimana trascorsi insieme e in dolce compagnia a Venezia e a Stresa,
al Grand Hotel regina di Savoia. Ha ricordato della escort scelta da Fumagalli guardando gli annunci su un giornale, della ragazza arrivata in albergo «dopo averne rifiutate altre perché troppo care». E anche in questo caso c’era sempre l’autista Napoli, recatosi in un’occasione a prelevare una ragazza ad Arona per portarla al Grand Hotel.
Lacerti di commedia all’italiana, insomma, in un processo serissimo, contro un ex amministratore, che esattamente sei anni fa si dimise dalla carica di sindaco per le accuse mossegli dalla procura. E che da allora è finito nel dimenticatoio della politica.
E nel dimenticatoio il suo legale, avvocato Cesare Cicorella, vorrebbe fossero finite anche le accuse: è semplice peculato d’uso, caduto ormai in prescrizione, ha sostenuto. Il collegio, presidente Anna Azzena, ha replicato che prima di pronunciarsi bisogna entrare nel merito dei fatti.
Il processo dunque è decollato, ed è subito entrato nel vivo, con quei racconti al limite del boccaccesco. Come quando ancora Pasin ha precisato di avere rotto la sua amicizia con Fumagalli «perché mi risulta che portasse prostitute nel villino che gli avevo lasciato in uso a Travedona».
Tante donne straniere (una anche a Reno di Leggiuno, ospitata in un appartamento dell’ex assessore Alessio Nicoletti), e accuse pesanti a tal punto da coinvolgere lo stesso ex autista, almeno secondo l’avvocato Cicorella, che ha ribadito più volte che le sue dichiarazioni sarebbero in realtà autoaccusatorie. Una eccezione che il collegio aveva già respinto in precedenza. Prossima udienza il 10 gennaio.
e.marletta
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