Comprendo bene che nella vita i problemi siano altri, ma entrare in lavanderia e sentire odore di acqua stantia non mette esattamente di buon umore.
È quello che mi successo di recente: questo è dovuto, così mi hanno spiegato, alle basse temperature utilizzate per il lavaggio.
L’utilità di avere degli elettrodomestici che appartengono alla classe energetica A (con una o tre +) comporta sicuramente un risparmio nella bolletta elettrica e nella quantità di acqua impiegata per il lavaggio ma, a quanto pare, comporta anche un fastidioso effetto collaterale. A dire il vero basterebbe esserne informati prima, come al momento dell’acquisto ad esempio, per non avere spiacevoli sorprese dopo.
Comunque per chi, come me, preferisce lavare a basse temperature, tra i 30 e 40 gradi, sappiate che esiste il rischio che i residui si possano depositare negli scarichi dando vita alla proliferiazione di batteri e quindi al cattivo odore nel cestello della lavatrice.
I rimedi per ovviare a tutto ciò esistono e possono essere naturali o chimici.
Per quanto riguarda quello naturale si può utilizzare dell’aceto bianco versandone un bicchiere nella vaschetta del detersivo e uno in quella del prelavaggio. Fatto questo avviate la macchina per un lavaggio a vuoto, meglio con temperature alte, anche a 90 gradi. In alternativa, se l’odore persiste, sono disponibili sul mercato delle pastiglie che vanno inserite sempre nella vaschetta del detersivo, con cestello vuoto ovviamente, e il termostato posizionato a 90°.
Tornando all’utilità dell’aceto, non solo rimane un formidabile anticalcare ma è anche utile per rinfrescare gli indumenti.
Come? Aggiungendone un cucchiaio, nella vaschetta, prima del risciaquo finale farà da ammorbidente e i colori saranno ravvivati. Attenzione perchè l’aceto annulla l’effetto profumato di detersivo e ammorbidente. Quindi i vostri capi saranno sì ben puliti ma inodore.
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