Bustocchi nel lager di Flossenburg «Angioletto ha ricordato con noi»

BUSTO ARSIZIO «Un’esperienza toccante e intensa». La delegazione di 18 bustocchi dell’associazione Amici di Angioletto Castiglioni è rientrata lunedì sera dal pellegrinaggio laico al campo di concentramento di Flossenburg, lager “di frontiera”, situato nel nord-est della Baviera, dal quale riuscì a tornare il cittadino benemerito, testimone di pace e di fratellanza scomparso un anno fa.

Seguendo l’esempio di Angioletto, la delegazione ha partecipato all’incontro internazionale dedicato a tutti i deportati nei lager nazisti, che si è tenuto domenica. Una presenza dovuta, per «testimoniare l’importanza di fare memoria e farne azione concreta e quotidiana, anzitutto con l’esserci». Il console italiano a Monaco, Filippo Scammacca del Murgo, è rimasto colpito dalla delegazione bustocca, la più numerosa tra quelle giunte all’incontro, scortata dal gonfalone ufficiale della città accompagnato da due vigili urbani.

Il direttore della Fondazione Lager di Flossengurg, ringraziando l’associazione per l’impegno dimostrato nel portare avanti la memoria di tutti i deportati, ha quindi esposto nel museo del campo la targa dedicata ad Angioletto Castiglioni per ricordare il suo instancabile lavoro per la pace e la memoria.

Il pellegrinaggio ha rappresentato solo l’inizio di un’intensa collaborazione tra gli Amici di Angioletto e la Fondazione di Flossenburg: «Rimarremo in contatto – spiegano i rappresentanti dell’associazione – e noi torneremo ogni anno al campo di concentramento con una delegazione delle scuole cittadine».

Toccante la visita alla “valle della morte”, dove venivano bruciati all’aperto i cadaveri che il forno crematorio del campo, in funzione 24 ore al giorno, non riusciva a smaltire: «È stata un’esperienza che ci ha toccato profondamente – spiegano ancora gli Amici di Angioletto – ognuno di noi, ripercorrendo i passi del nostro concittadino, ha risentito la sua voce, mentre la sua mano ci accompagnava in questo pellegrinaggio».

Vedere dal vivo quei luoghi di terrore e di morte ha responsabilizzato ancora di più l’associazione nel portare avanti i valori di libertà e giustizia. «Visitare oggi un campo di sterminio – spiegano – non significa entrare in un luogo dell’orrore, ma in un luogo di meditazione, riflessione e preghiera». Il gruppo ha lasciato la targa in ricordo di Augusto Cesana di Carate Brianza, Paolo Rudoni, l’amico di Busto Arsizio, e Riccardo Techel di Milano, che salvò Angioletto dandogli quel tozzo di pane durante la marcia della morte che gli costerà la vita nel campo di Flossenburg.

Davanti alla lapide in ricordo degli italiani deceduti a Flossenburg è stata letta la preghiera per i compagni caduti nei campi di sterminio, mentre una copia della Madonna dell’Aiuto, cara alla città di Busto Arsizio, ha trovato posto all’interno della cappella del campo. All’incontro erano presenti anche Giovanna Bonvicini, della Croce Rossa di Busto Arsizio, e Angelo Colombo, dell’Anpi di Solbiate Olona.

Valeria Arini

s.affolti

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