Addio all’acrobata del cielo che amava volare a Varese

, il pilota morto domenica a Venezia durante un’evoluzione acrobatica, era molto legato a Varese, provincia dove aveva anche vissuto fra gli anni ’70 e ’80.

Si era trasferito a Udine, ma frequentava ancora l’aeroclub Adele Orsi.

«Mi aveva chiamato un paio di settimane fa per dirmi che si trovava a Varese. Mi ha chiesto se avevo voglia di un aperitivo, ma io ero fuori città, quindi non abbiamo potuto salutarci – dice l’ex senatore , profondamente rammaricato – Era un amico vero. Ci frequentavamo da anni, io come presidente dell’Aeroclub Italia e lui come acrobata sportivo».

«L’ultima volta ci eravamo visti a Trapani per le Ali show. Aveva una gran passione per il volo, che era il suo mestiere. Sono dispiaciuto e incredulo. Non riesco a capacitarmi di cosa possa essere successo»

Da tre anni Fornabaio si era trasferito a Udine. Aveva trovato nell’aeroporto La Comina un ambiente da lui definito «positivo» per l’allenamento. Prima abitava a Milano, frequentava l’aeroporto di Bresso, ma per chi vola di mestiere il cielo di una metropoli è troppo trafficato per fare acrobazie tutti i giorni.

Era testimonial della Brightening, guidava l’Extra 300, l’aereo più bello sul mercato. Faceva un air show alla settimana ed era molto conosciuto nell’ambiente, anche perché era uno dei pochi in Italia a volare per mestiere. «Ricordo che nel 2010 ha raggiunto gli Emirati Arabi con il suo aereo per fare un’esibizione. Partì da Bresso e arrivò a destinazione facendo solo qualche tappa per rifornire l’aereo – racconta , presidente della provincia di Varese dal 1993 al 2002 – Ha parlato nel cielo, in radio, con jugoslavi, greci, turchi e arabi».

«Una vera impresa per chi non conosce quelle lingue. Io c’ero a Bresso ad aspettarlo il giorno in cui è tornato. Ricordo che scese dall’aereo e baciò il suolo». Poi disse: «Mai più».

«Gli aerei per fare le esibizioni del resto non sono da crociera, ma questo episodio racconta bene che tipo simpatico fosse Francesco Fornabaio». E ancora: «I piloti sono come una piccola tribù, non si è in tanti a condividere questa passione. Io lo ricorderò per sempre con affetto e dispiacere – continua Ferrario – Quando se ne va uno di quelli bravi piange il cuore. Mi domando come sia possibile che sia accaduto proprio a lui che non trasgrediva mai. Curava tutto, anche l’alimentazione. Mi dispiace moltissimo».

Lo ricorda con nostalgia , ex freccia tricolore. «Abbiamo fatto un aperitivo assieme giusto due settimane fa, proprio in piazza Monte Grappa. Io lo conoscevo a livello professionale, ma era una bella persona particolare. Era determinato tanto nella professione quanto nella vita. E poi aveva avuto la fortuna di rendere quello che per molti rimane un hobby il suo lavoro».

Fornabaio veniva a Varese a visitare i suoi amici varesini, tra cui il pilota con cui si era allenato nelle acrobazie che gli avevano fatto guadagnare il soprannome «mago dell’aria», e il direttore di volo dell’aerodromo «A Varese un legame c’era, e si sentiva, ma non saprei spiegarlo bene. So che l’aereo con cui si è esibito al Fly Venice era nuovo di pacca, il suo vecchio velivolo l’aveva venduto a qualcuno dell’Acao, ed è ancora parcheggiato lì».

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