Cassano Magnago, alla patronale va a ruba il pane di San Giulio

CASSANO MAGNAGO (l. gir.) Non era mai andato così a ruba il pane benedetto di San Giulio: quella distribuita come sempre in occasione della festa patronale è infatti una specialità che «vale più del pane di San Biagio».Questo il richiamo arrivato ieri al termine delle messe dal parroco don Gabriele Gioia, che ha notato la coincidenza, quest’anno, tra le due ricorrenze. Per il sacerdote la delizia dedicata al protettore della parrocchia centrale «è segno di comunione e appartenenza alla comunità, mentre molta gente che viene in chiesa a San Biagio per far benedire il cibo ammette di non partecipare alla messa domenicale: non è questa la nostra fede, che non può ridursi a devozionalismo privato». Parole che hanno ottenuto il loro effetto: quasi tutti i fedeli sono tornati a casa con il pane di San Giulio da condividere in famiglia.La venerazione popolare

verso il santo sacerdote e costruttore di chiese si è espressa anche nel pomeriggio, quando in centinaia hanno partecipato alla processione con la statua e la reliquia del patrono, baciata poi dai cassanesi alla fine del rito.La tradizione di portare per le strade le reliquie dei santi «non è un gesto di superstizione, ma è segno che la vita del cristiano si svolge nel mondo», ha spiegato monsignor Francesco Brugnaro, arcivescovo di Camerino e San Severino Marche, amico della comunità cassanese, dove ha presieduto la solenne liturgia. Affiancato dal vescovo Marco Ferrari e dagli altri sacerdoti della città, il prelato, che ha celebrato anche il pontificale del mattino, ha invitato i fedeli a «essere testimoni di una vita buona e seminatori di speranza», in particolare nei confronti dei giovani, che «se incontrano chi ha trovato il senso della vita diventano curiosi».

p.rossetti

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