Il divieto di smartphone nelle aule scolastiche si estende anche alle scuole superiori. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara durante un intervento alla trasmissione Porta a Porta, precisando che una nuova circolare ministeriale verrà firmata entro poche settimane, per entrare in vigore con l’inizio dell’anno scolastico 2025/2026.
Dopo l’applicazione già avviata a settembre nelle scuole primarie e medie, la misura viene così estesa a tutti gli istituti, coinvolgendo anche l’uso didattico dei dispositivi. Una decisione destinata a far discutere, che ha già diviso l’opinione pubblica tra sostenitori della “disintossicazione digitale” e chi, invece, teme un freno all’innovazione.
Valditara: “Smartphone causa di dipendenza e scarso rendimento”
«Abbiamo dati impressionanti – ha dichiarato il ministro – tra cui bambini di sei anni che accedono a contenuti inappropriati e un preoccupante 38% di studenti con disturbi del sonno legati all’uso eccessivo del cellulare. L’insuccesso scolastico, inoltre, è triplicato nei ragazzi che usano troppo lo smartphone».
Valditara ha parlato di “consenso diffuso” tra docenti e famiglie dopo la prima fase di attuazione del divieto, sottolineando che anche alcuni studenti hanno reagito positivamente, cogliendo l’occasione per “liberarsi” da un utilizzo compulsivo del telefono.
Un’iniziativa che punta anche all’Europa
Il ministro ha inoltre proposto a Bruxelles di estendere il divieto a livello europeo, riscuotendo l’appoggio di Paesi come Francia e Svezia. Intanto, in Italia si discute una proposta bipartisan per vietare l’accesso ai social ai minori di 15 anni.
Dati preoccupanti: dipendenza in crescita tra i giovani
Secondo la Fondazione Veronesi e altri esperti come la psichiatra Adelia Lucattini, molte app sono progettate per creare dipendenza, attivando i meccanismi cerebrali della gratificazione. Il 70% dei ragazzi italiani ha uno smartphone prima degli 11 anni e il 25% lo usa oltre 8 ore al giorno. Si stima che almeno 100.000 giovani mostrino già sintomi di dipendenza da social media.
Il ruolo della scuola e della comunità educante
Il pedagogista Daniele Novara ha accolto con favore la misura, ma ha ribadito che il divieto da solo non basta: «Serve il coinvolgimento attivo di genitori, insegnanti e istituzioni per costruire un’educazione digitale solida». Novara ha lanciato una petizione per vietare gli smartphone sotto i 14 anni e l’accesso ai social sotto i 16, che ha già superato le 100.000 firme.
Il fronte critico: educare, non vietare
Non mancano le voci critiche. Secondo studiosi come il neuroscienziato Vittorio Gallese e il pedagogista Pier Cesare Rivoltella, l’obiettivo dovrebbe essere educare all’uso consapevole della tecnologia, piuttosto che proibirla. «Il digitale può essere una risorsa educativa – sostengono – se gestito in modo critico e guidato».
Un equilibrio ancora da trovare
Il nuovo anno scolastico porterà dunque con sé una sfida importante: verificare l’impatto reale del divieto e definire un modello educativo che non rinunci all’innovazione, ma protegga i giovani da rischi sempre più concreti. Il dialogo tra scuola, famiglia e istituzioni resta essenziale per costruire un futuro digitale più sano e responsabile.