MILANO – Il Comune di Milano, quello di Varese, la Regione Lombardia, la Città metropolitana di Milano, ma anche due associazioni come Libera e WikiMafia, sono stati tutti ammessi come parti civili per il riconoscimento degli eventuali danni nella maxi udienza a carico di 143 persone, davanti al gup milanese Emanuele Mancini, scaturita dall’inchiesta “Hydra” della Dda e dei carabinieri del Nucleo investigativo su un presunto “sistema mafioso lombardo”, una “alleanza” tra “appartenenti” a Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra e che sarebbe stato attivo tra Milano e Varese per fare “affari”.
L’ammissione delle parti civili è stata decisa oggi dal gup in una delle udienze, che andranno avanti per mesi, del procedimento ‘monstre’ nell’aula bunker del carcere di Opera. Parti civili, tra gli altri, anche due persone fisiche, vittime di episodi al centro della maxi inchiesta. Escluso solo il Comune di Legnano, tra le parti che avevano richiesta di entrare.
Il 9 luglio il gup raccoglierà definitivamente le scelte degli imputati sui riti alternativi, come abbreviati e patteggiamenti, o ordinari, ossia la prosecuzione dell’udienza preliminare. Già una quarantina di posizioni avevano anticipato richieste di abbreviato, tra cui Giuseppe Fidanzati, figlio del boss di Cosa nostra Gaetano Fidanzati.
Tra i capi del presunto “sistema mafioso lombardo”, oltre a Fidanzati, detto “Ninni”, hanno chiesto l’abbreviato anche Bernardo, Domenico e Michele Pace. Questi ultimi avrebbero fatto parte del mandamento della provincia di Trapani, con al vertice Paolo Aurelio Errante Parrino, parente di Matteo Messina Denaro.
L’accusa di associazione mafiosa, contestata dai pm Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane della Procura diretta da Marcello Viola, come alleanza di esponenti delle tre mafie, era stata bocciata dal gip. Gli arresti, poi, vennero decisi dal Riesame e confermati dalla Cassazione.