Addio ad Arnaldo Pomodoro, maestro della scultura italiana

Si è spento a 99 anni nella sua casa di Milano. La sua eredità artistica e culturale vivrà attraverso la Fondazione da lui creata

MILANO – Si è spento domenica 22 giugno, all’età di 99 anni, Arnaldo Pomodoro, uno dei più grandi scultori del Novecento italiano. A darne notizia è stata Carlotta Montebello, direttore generale della Fondazione che porta il suo nome. Pomodoro è morto nella sua abitazione milanese, lasciando un vuoto immenso nel mondo dell’arte e della cultura.

«Con la sua scomparsa – scrive Montebello – il mondo dell’arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie». Un artista riconosciuto a livello internazionale per la potenza formale delle sue opere e per l’instancabile vitalità con cui ha attraversato il secolo, Pomodoro ha saputo coniugare ricerca estetica e pensiero critico, immaginazione e memoria.

Celebre per le sue “Sfere”, installate in piazze e musei di tutto il mondo, Pomodoro non ha mai smesso di interrogarsi sul senso del fare artistico, promuovendo fin dagli anni Ottanta una visione collettiva e inclusiva della cultura.

«Non ho mai creduto alle fondazioni che celebrano un solo artista come unicum – aveva dichiarato –. L’artista è parte di un tessuto di cultura, e il suo contributo deve essere attivo e costante».

Da questa visione nasce la Fondazione Arnaldo Pomodoro, che continuerà ad essere, come sottolinea Montebello, «uno spazio vivo, inventivo, sperimentale, dedicato allo studio, al confronto e alla diffusione dell’arte e della scultura».

Il maestro lascia dietro di sé un patrimonio non solo materiale, fatto di opere e installazioni iconiche, ma anche immateriale: un insegnamento profondo, rivolto al futuro e alle nuove generazioni.