Busto piange Giovanni Rimoldi uomo di cultura e di sport

Giovanni Rimoldi, giornalista, storico e politico di Busto Arsizio, si è spento a 59 anni. I funerali saranno sabato alle 15.15 nella chiesa parrocchiale di Sacconago. Ecco il ricordo del collega Giovanni Toia, compagno anche di tante avventure sportive.

Ha salutato tutti Giovanni Rimoldi. Anche la sua Pro Patria, la sua passione, quasi una ragione di vita quando il male lo sorprese due anni fa. Quel bianco e quel blu gli hanno colorato un’esitenza che a grandi passi lo stava portando verso il grigio per poi finire nel nero di questi giorni, fatti di sofferenza e di dolore per i suoi familiari e i suoi amici.
Loro lo avevano battezzato il “giornalista-ultrà” per la sua esplosione di gioia quando i tigrotti andavano in gol. In quei momenti la tribuna stampa per Giovanni diventava la curva e non  mancava qualche polemica con i colleghi, per così dire avversari, come vivaci confronti verbali con la tifoseria opposta, meravigliata di tanta foga.
Quel biancoblù gli frantumava la timidezza e il carattere schivo che lo hanno fatto conoscere a tutti. Come allo Speroni o a Cava dè Tirreni, Giovanni si trasformava vedendo in campo la sua Pro Patria. Gli faceva salire al massimo l’adrenalina. Soffriva e gioiva. E se poi i tigrotti avevano vinto lontano da Busto Arsizio, magari in città del centro e sud Italia, al ritorno, in macchina, c’era un Giovanni allegro, quasi irriconoscibile. A maggior ragione quando venne a botte col male. La vittoria della Pro era diventata la sua, quella di un uomo che stava soffrendo e sapeva che alla lunga lui avrebbe perso, però la festa dei tigrotti sul campo, dopo una bella prestazione, era come se quei ragazzi lo avessero aiutato a mettere nell’angolo la sua malattia.
L’ultima volta che li vide fu contro il Benevento allo Speroni il 24 gennaio scorso. Nonostante fosse agli sgoccioli volle essere lì. Ci disse: «Fino alle due ero in pigiama, ma non ce la facevo a stare a casa».
Era un combattente Giovanni Rimoldi. Lo aveva imparato dal papà Pierino, grande corridore che per due volte sfiorò la vittoria nella Milano-Sanremo negli Anni Trenta. Ecco la bicicletta, l’altra sua passione che lui visse anche da giornalista e da inviato ai campionati del mondo. Mise a disposizione della città le sue conoscenze e la sua esperienza e assieme altri colleghi firmò un libro sulla storia del ciclismo bustocco.
Soprattutto Giovanni lascia in dote a chi lo ha conosciuto e apprezzato che la vita va comunque vissuta fino in fondo anche se a volte il prezzo è incomprensibile.
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m.lualdi

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