Autovelox taroccati, scoppia il caso Indagini anche a Leggiuno e Brezzo

Ci sono anche i Comuni di Leggiuno e Brezzo di Bedero tra quelli coinvolti in un’inchiesta della Guardia di Finanza di Brescia, che ieri ha reso noti i dati relativi all’operazione “512”, su un giro di autovelox taroccati che riguarda 146 comuni italiani. Le Fiamme Gialle di Brescia e Salerno hanno concentrato le loro attenzioni su D.B., un uomo di 60 anni, originario del mantovano e residente a Desenzano del Garda. Si è scoperto che l’uomo,

attraverso una cinquantina di autovelox (in gran parte non omologati), negli anni è riuscito ad ottenere appalti con i Comuni attraverso delle gare fittizie a cui partecipavano solo ditte a lui riconducibili. Dalle indagini è emerso inoltre che l’uomo prendeva una percentuale sulle multe e, in alcuni casi, gli autovelox erano addirittura stati manomessi in modo da registrare una velocità superiore del 15% rispetto a quella reale. Le violazioni del codice della strada illecitamente contestate sarebbero 82mila, per un totale di circa 11 milioni e mezzo di euro. Al termine dell’operazione sono state denunciate 558 persone a cui, a vario titolo, sono stati contestati: associazione a delinquere, frode fiscale, falsa fatturazione e bancarotta fraudolenta. Le amministrazioni comunali coinvolte sono invece 146, con 367 funzionari pubblici. «Ad oggi non siamo stati contattati in merito a questa vicenda – spiega il sindaco di Leggiuno, Adriano Costantini -. Si tratta di fatti risalenti ad oltre un decennio fa, io infatti non ne sapevo nulla, dagli uffici mi hanno confermato che effettivamente prima del 2000 era stato fatto un appalto con una ditta di Desenzano del Garda, un appalto che al termine naturale dei due anni non è più stato rinnovato». Adriano Costantini, completamente all’oscuro dei fatti, ha comunque garantito massima trasparenza da parte della sua amministrazione comunale. Così come Daniele Boldrini, vicesindaco di Brezzo di Bedero: «È un fatto che risale a parecchio tempo fa – spiega -, il Comune di Brezzo aveva già dismesso le apparecchiature ben prima che partisse l’inchiesta, stiamo parlando comunque di un fatto limitato nel tempo e circoscritto nei numeri: parliamo di 37 sanzioni emesse nell’arco di due anni di attività».
Per chi avesse subito e pagato una di queste vecchie multe oltre al danno si profila la beffa. Non sembrano esserci margini per recuperare i soldi. A questo proposito il Codacons ha lanciato un appello al Governo: «In casi come questi, dove si scopre solo a posteriori di essere stati truffati, deve esserci un intervento del Governo affinché siano restituiti sia i punti della patente ingiustamente decurtati sia i proventi delle sanzioni».

b.melazzini

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