Cadrezzate piange Giuseppe “Era un ragazzo d’oro”

CADREZZATE  Sgomento e incredulità a Cadrezzate per la drammatica scomparsa di Giuseppe Di Mauro, l’idraulico di 35 anni deceduto nella notte tra venerdì e sabato a causa di un incidente in moto a Travedona Monate.
Il paese è incredulo e sotto choc per quello che è accaduto. Qualcuno sul luogo dell’incidente ha lasciato un messaggio: «Buon viaggio, riposa in pace», con un fiore e un’immagine sacra. In tanti in via Matteotti, dove il giovane viveva insieme alla compagna,

non riescono proprio a darsi pace: «Era un ragazzo d’oro – dice un’anziana della via – l’abbiamo saputo sabato mattina sentendo le campane della chiesa che suonavano a lutto. È una notizia che mi ha davvero sconvolto. Come può morire in quel modo un ragazzo tanto giovane».
Un giovane con ancora tutta la vita davanti, con le sue passioni, le sue speranze. Tutte spezzate in pochi attimi in un terribile scontro contro un muro. «Sorrideva e salutava sempre – aggiunge la vicina di casa – era un ragazzo perbene, educato. La sua morte ci addolora tutti». Per tutta la giornata di sabato in via Matteotti è stato un via vai di parenti e amici pronti a manifestare vicinanza e solidarietà ai cari di Giuseppe.
Di Mauro era un artigiano molto conosciuto in paese. Era originario di Camerota nel Cilento in provincia di Salerno ma aveva praticamente sempre vissuto nel Varesotto, per anni a Malgesso prima di trasferirsi definitivamente a Cadrezzate. «Gli piaceva il motocross – raccontano alcuni amici – ma anche il calcio, tanto che la sera dell’incidente in moto stava tornando a casa per guardare la partita del Varese in televisione. La passione per il Varese era condivisa sia da lui che dalla sua compagna. Era un ragazzo meraviglioso, una persona che avrebbe fatto qualunque cosa per dare una mano a chi chiedeva un aiuto». In paese sono tutti senza parole: «Non si può morire in questo modo – aggiunge un vicino – siamo sconcertati per la sorte di questo ragazzo. Era una gran brava persona».
La comunità è letteralmente paralizzata dal dolore: «Chissà quanti progetti aveva in mente – dice una signora di via Matteotti – e ora non potrà più realizzarli». In questo momento sono ancora in corso le indagini per stabilire le cause che hanno provocato il gravissimo incidente. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica facendo luce sulle circostanze. Giuseppe, infatti, fuori dalla bar di Travedona in cui si trovava è salito in sella a una moto di grossa cilindrata di cui era proprietario un conoscente. A questo punto ha girato la chiave ed è partito. Poche decine di metri più avanti, all’altezza di un rettilineo in via Marconi, il centauro si è schiantato contro un muro riportando lesioni gravissime. Poche ore dopo è morto in ospedale. Solo nei prossimi giorni verranno fissati i funerali.

b.melazzini

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