«Come i giapponesi a Pearl Harbour»

L’intervista - Stefano Malerba e il punto sulla campagna: «Passeggiate? Preferiamo soluzioni. Varese al centro»

– Stefano Malerba ci crede: «Anche le corazzate a volte affondano». Sicurezza, stadio, avversari: il candidato della Lega Civica si confessa tra un incontro e l’altro della sua campagna elettorale.

È vero. Ma non c’è un’unica medicina per risolvere il problema: occorre fare tante piccole cose per aiutare a migliorare la percezione di sicurezza dei cittadini. A partire da un presidio maggiore della polizia locale, l’unica forza che compete al sindaco e che va sempre più focalizzata come forza di sicurezza. E poi c’è bisogno di una partecipazione diversa dei cittadini, perché le forze dell’ordine fanno già miracoli, quindi serve coinvolgere di più la gente, ad esempio lavorando fianco a fianco con gli amministratori nei condomini e con i tavoli permanenti di quartiere tra associazioni, amministrazione e forze dell’ordine.

No, di sicurezza deve occuparsi chi ne ha competenze e capacità. Il coinvolgimento dei cittadini può servire per favorire le segnalazioni. Quante volte di fronte ad un gruppo di ubriachi o ad un giovane che sembra spacciare voltiamo la testa dall’altra parte? Cambi l’approccio.

Ha i suoi limiti: pensiamo alle telecamere, basta alzare un cappuccio per renderle inefficaci. Ma si possono controllare gli accessi alla città, e applicare norme già esistenti, come il foglio di via obbligatorio alla terza segnalazione.

Non so quanto possano servire le passeggiate. Noi stiamo facendo qualcosa di diverso, lavorando molto con il mondo dell’associazionismo e delle categorie, cercando di capire i loro problemi per trovare soluzioni. Ho incontri a raffica. È un approccio mirato, che va più in profondità. Forse dà meno visibilità, ma più sostanza.

Da quel punto di vista la teniamo alta.

Molto positivi. Il progetto interessa e si sta formando una buona squadra. Ragioniamo su due fronti: sull’oggi, per capire cosa fare per non lasciare nessuno solo o indietro, sul domani con una progettazione e una visione di respiro ampio. Una visione che vada al di là del mandato elettorale e della ricerca di consensi.

I miei valori sono di un certo tipo, ma non mi sento di appartenere ad uno schieramento. Siamo civici veri, che lavorano nell’interesse unico di Varese, anche perché in una realtà locale non ha senso fare distinzioni ideologiche: se una cosa è buona, lo è a prescindere dal colore.

È vero, ma contro le corazzate la storia insegna che qualche strumento per affondarle l’avevano trovato. In Italia i “maiali” (siluri subacquei guidati dai sommozzatori, ndr), in Giappone i kamikaze. A Pearl Harbor di corazzate ne sono andate sotto tante.

Con i Cinque Stelle “congelati” puntate ai loro elettori?

Credo e spero che le nostre idee siano appetibili per tanti varesini che vogliono bene alla loro città, al di là del loro orientamento elettorale. La nostra è una proposta civica realmente indipendente, nata per ridare a Varese quello che merita.

?

In quella zona ci sono già due grandi superfici commerciali a poche centinaia di metri. Nel tempo a Varese sono stati protetti poco i nostri negozi e le attività commerciali storiche, con il risultato che il centro città ormai è difficilmente distinguibile da quello di altre realtà. Passeggiare per corso Matteotti senza certi esercizi commerciali storici che caratterizzavano Varese mette tristezza.

Credo che la nostra proposta alternativa, che presenteremo settimana prossima, sia percorribile, un progetto sostenibile non solo con fondi pubblici. Ma credo anche che una società sportiva professionistica debba trovare una propria capacità di finanziamento che le permetta di svolgere attività a livello professionistico.

Giocava il rugby. Ho questa brutta malattia, tra rugby e calcio preferisco la palla ovale. Ma Gabriele Ciavarrella è un amico, e gli faccio i miei vivissimi complimenti per la promozione in serie D. Sul resto, parliamone.