VARESE Viviamo in un Paese che viene descritto ancora peggio di quello che effettivamente è: «L’Italia, è vero, stenta a cogliere la ripresa – ha dichiarato ieri Michele Graglia, presidente dell’Unione industriali varesina alla conferenza stampa di inizio anno – ma non possiamo dimenticare e tralasciare alcune realtà positive che fanno meno notizia». Varese è una di queste: «La nostra provincia è anche altro e può rappresentare un valido modello di sviluppo per un Paese alle prese con una sensazione di immobilismo». Data da un clima ancora incerto a livello internazionale, dalla recente instabilità politica del Nord Africa, dal crescente prezzo delle materie prime «e da una sensazione perenne che nulla stia cambiando» ha aggiunto Graglia «aggravata da una politica chiusa in se stessa». Quello che servirebbe, ha dichiarato il presidente «è una stagione costituente, con regole istituzionali nuove, paletti precisi in grado di farci uscire da uno stallo nel quale non sono nemmeno più condivisi dalle parti in gioco i valori minimi di convivenza civile e politica». Ma per un’Italia ferma c’è tutta una provincia che in questi anni ha saputo muoversi «fatta di singole storie che raccontano la capacità di reazione
di un territorio e che ci dicono come le cose possono cambiare». Varese è prima di tutto concretezza «ed è dimostrato in primis sul fronte delle relazioni sindacali». Il mondo della scuola, dell’impresa e dell’economia devono tenersi vicini «perché le opportunità vengono anche da una buona preparazione». Gli accordi e le collaborazioni con l’Università Liuc di Castellanza, la sfida lanciata con il Club dei 15 per sostenere la scelta, da parte dei giovani, degli istituti tecnici, la partecipazione ai Comitati tecnico scientifici delle scuole «sono tutti esempi di aiuto concreto alle esigenze delle imprese».Ma Varese emerge anche su un altro fronte: «E’ un territorio capace di attrarre investimenti». Non solo capitali stranieri: «anche la finanza innovativa nazionale guarda con interesse al nostro territorio». Il riferimento fatto da Graglia è al Fondo italiano d’Investimento per le Pmi «che ha scelto proprio un’azienda varesina, la Arioli Spa di Gerenzano, per fare il suo primo investimento». Una straordinaria capacità di visione verso il futuro è dunque l’ulteriore elemento distintivo di questa provincia «testimoniato anche dal progetto “Varese 2020” che sta portando avanti il Tavolo di concertazione provinciale». Silvia BottelliOGGI UNA PAGINA SUL GIORNALE
m.lualdi
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