Cosa sta succedendo nel PD? Lo scandalo dei voti comprati, dopo Bari, travolge il partito anche a Torino

"Se non mi trovi 50 voti ti tolgo il saluto", avrebbe detto al telefono Salvatore Gallo, figura politica locale di rilievo, per far eleggere i suoi candidati alle amministrative del 2021. Il M5s chiede chiarimenti al sindaco Lo Russo.

L’inchiesta sui voti comprati si allarga a macchia d’olio: pesantissime ombre sul voto di scambio rischiano di travolgere il Pd a livello nazionale.

Dopo il caso di Bari, con l’arresto del sindaco di Triggiano Antonio Donatelli per corruzione elettorale e le conseguenti dimissioni dell’assessore regionale Anita Maurodinoia, il rischio di eventuali infiltrazioni mafiose si allarga al Piemonte e, nello specifico, a Torino. Sotto osservazione ci sono le elezioni amministrative del 2021, in occasione delle quali uno storico politico locale, Salvatore Gallo, avrebbe detto al telefono: “Se non mi trovi 50 voti ti tolgo il saluto”.

Voti in cambio di favori

I voti di cui parlava Salvatore Gallo nel 2021 sarebbero stati per un candidato del Pd da piazzare in consiglio comunale. E proprio episodi di questo tipo, secondo il gip di Torino, spiegano bene quella che è stata definita come una vera e proprio “politica clientelare” di Gallo: voti in cambio di favori di vario tipo, come una prestazione medica, o assunzioni, promozioni e nomine varie. Un favore via l’altro in modo da avere poi “il diritto” di fare certe richieste a ridosso delle elezioni. L’inchiesta che si occupa di tutto ciò, soprannominata “Echidna”, ha già portato a nove arresti. 

“Favoriva amici e sostenitori privati in cambio di sostegno elettorale”

Un sistema vero e proprio avrebbe permesso a Gallo di far eleggere tre consiglieri su 17 a Torino, anche se in totale gli eletti grazie al suo “aiuto” sarebbero stati otto, tra Comune e circoscrizione. Come racconta La Stampa, “favoriva amici e sostenitori privati nell’ottenere alcune concessioni e autorizzazioni della pubblica amministrazione in cambio di sostegno elettorale e voti”. 

Lo scandalo di Bari

Il sindaco di Triggiano, nel Barese, Antonio Donatelli, e Sandro Cataldo, marito dell’assessore regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia (Pd), e referente del movimento politico Sud al centro, sono stati arrestati e posti ai domiciliari con l’accusa di corruzione elettorale nell’ambito di una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia su una presunta compravendita di voti per le elezioni comunali di Triggiano del 2021.

Maurodinoia, iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Bari, si è dimessa. Nei suoi confronti è stata disposta una perquisizione ritenuta necessaria alla raccolta di elementi considerati utili alle indagini.

Voti comprati anche a 50 euro l’uno

L’indagine è stata avviata dopo il ritrovamento, il 6 ottobre del 2021 in un cassonetto per l’immondizia, di frammenti di fotocopie di documenti d’identità e codici fiscali. Un’associazione finalizzata alla corruzione elettorale avrebbe permesso di comprare voti, anche al prezzo di 50 euro l’uno, alle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020 nel comune di Grumo Appula, e del 3 e 4 ottobre 2021 nel comune di Triggiano, in provincia di Bari. È quanto accertato dall’indagine che ha portato all’esecuzione di 10 misure cautelari. Una persona è finita in carcere, sette sono state poste ai domiciliari. Sono stati notificati anche due divieti di dimora nel Comune di Treggiano.