«Dateci i soldi o non si pagano gli stipendi»

Grido d’allarme dal Pirellone dopo un vertice con Unione province, Anci e il sottosegretario Nava. Lo choc: «Entro il 31 marzo sarà dissesto finanziario». L’ex Galli: «Se tagliano, si ferma tutto»

– L’augurio di Natale meno atteso, meno gradito e meno confortante per i dipendenti della Provincia arriva dopo l’ora di pranzo, direttamente dal Pirellone. Ed è una stoccata – purtroppo non finale, visto gli scenari che si aprono – che mette in allarme lavoratori e cittadini.
A seguito di un incontro avvenuto a Palazzo Lombardia con le rappresentanze sindacali, con il presidente dell’Unione delle Province lombarde , quello dell’Unione delle Province italiane e quello di Anci Lombardia , il sottosegretario regionale alle Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione parla chiaro.

«Sembra che il Governo e il sottosegretario Delrio abbiamo avviato per Natale una sorta di campagna “adotta un dipendente delle Province”. Pare essere questo l’unico modo rimasto per evitare che i lavoratori finiscano in mezzo a una strada».
«Se non cambieranno le cose, e anche in fretta, non ci saranno i soldi per pagare gli stipendi, nonostante le dichiarazioni di stampa di qualche esponente del Governo». Nava entra nel merito: «Il 31 marzo prossimo la stragrande maggioranza delle Province dichiarerà

ufficialmente il dissesto finanziario. Non vorrei che il Governo stesse aspettando proprio questo passaggio per cambiare con un colpo di mano le procedure sul personale, giustificando il tutto con la straordinarietà della situazione».
Lo scenario si fa cupo secondo l’esponente Ncd: «Noi non facciamo alcun allarmismo come qualcuno ha detto – ha aggiunto – Le nostre considerazioni si basano solo e unicamente su quello che è scritto nelle norme, in particolare nella legge di Stabilità, che ha di fatto stravolto anche l’applicazione della legge Delrio».

«C’è un problema macroscopico di copertura finanziaria dei servizi fondamentali come quelli relativi alla viabilità, all’edilizia scolastica e al pagamento degli stipendi del personale che deve gestire queste funzioni. Siamo pronti per evitare il più possibile i disagi per i cittadini, ma tocca al Governo risolvere la situazione».
L’uscita non viene commentata da Villa Recalcati, o almeno non dalla presidenza attuale. Perché a prendere una posizione netta ci pensa L’ex presidente ed ex commissario straordinario dell’ente prima si sofferma sulle parole di Nava definendole «assurde, se si pensa che fa parte di un partito che ha votato la riforma Delrio», poi esprime tutta la sua preoccupazione: «Le Provincie sono come delle fabbriche: se si continuano a tagliare i fondi, la produzione si ferma. Sono anni che denunciamo questa situazione».
Galli è duro sulla questione: «Quando sono stato eletto i lavoratori di Villa Recalcati erano 750; con me sono diventati 450, con un rapporto dipendente abitante di 1 su 2000. La media italiana è di 1 su 1000: siamo una delle Province meno sprecone e rischiamo gli stessi tagli di Perugia (all’incirca la medesima popolazione di Varese) che ha ben 1.500 dipendenti. Perché non intervenire prima su chi ha troppo? Perché non ridurre le risorse a chi spreca davvero? Dovrebbero fare le fotocopie dei nostri bilanci e darle agli altri».

Per l’ex commissario le ripercussioni sui cittadini saranno enormi: «La Provincia di Varese ha più funzioni delegate dalla Regione rispetto ad altre – continua – E tutte saranno a rischio, perché non ci sarà il numero di dipendenti necessario per portarle avanti».
Infine, una stoccata a Vincenzi: «Dipendenti a parte, non c’è battaglia, né protesta. Qualcuno dovrebbe far sentire di più la propria voce, soprattutto farla arrivare a Roma dove chi decide è dello stesso partito».