G7/ Scatta reazione a nuova crisi: torna coordinamento globale

Marsiglia, 10 set. (TMNews) – Il pressante incombere di una crisi finanziaria ed economica che sta nuovamente peggiorando spinge le grandi economie avanzate del G7 a rompere gli indugi, mettere da parte le divergenze di vedute e ritrovare quello spirito di coordinamento che si era visto nel 2008. “L’economia mondiale ci sta imponendo nuove sfide, sulla crescita che si indebolisce e sui debiti pubblici, che si riflettono in tensioni dei mercati. Vogliamo dare una riposta molto forte a queste sfide”, ha affermato Francois Baroin, ministro dell’Economia della Francia, paese che a Marsiglia ospita quella che è la prima riunione dei massimi responsabili economici del G7 dopo il recente peggioramento delle tensioni di mercato.

Un incontro che le circostanze hanno trasformato in una vera riunione di crisi, visto che la prima giornata di lavori, che si è trascinata fino a tardi (le varie conferenze stampa si sono concluse alla mezzanotte inoltrata), è stata accompagnata da una nuova ondata di crolli a catena delle Borse mondiali. E ancora una volta, quando sottoposti a circostanze pressanti, i paesi del G7 mostrano una reattività che in parte sorprende le attese, visto che questo vertice era stato preceduto da scetticismi su quali riposte avrebbe potuto dare.

Le riposte invece sono arrivate e si basano sulla decisione di attuare una strategia comune che prevede di assumersi “il difficile compito di trovare un punto di equilibrio tra il rigore sui conti pubblici”, ha spiegato Baroin, e la contestuale esigenza di “garantire la tenuta della crescita economica”. Fermo restando che questo deve essere aggiustato alle specifiche situazioni dei vari paesi, che possono essere diverse tra loro. Ad esempio che è maggiormente sotto pressioni dei mercati è chiamato innazitutto a ripristinare la sua credibilità sul bilancio.

Intanto le Banche centrali stanno operando a loro volta energicamente, e in particolare sembrano impegnate a innondare le con liquidità supplementari le banche commerciali. In un’altra conferenza stampa il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet ha riferito come al momento tramite le nuove aste di rifinaziamento agevolate alle banche Europee sono stati concessi fondi per 520 miliardi di euro. Ma se servisse potrebbero aggiudicarsene ben di più, visto che complessivamente in bilancio possono contare su collaterali – titoli che possono dare a garanzia dei rifinaziamenti della Bce – per almeno 4.500 miliardi. E intanto la Federal Reserve americana nei giorni scorsi aveva avvertito che stava studiando nuovi strumenti per sostenere la crescita.

A Marsiglia i partner hanno poi accolto favorevolmente il pacchetto di nuove misure a favore dell’occupazione annunciate dall’amministrazione Obama; mentre sull’Europa hanno apprezzato le decisioni importanti prese dall’area euro per rafforzare i suoi meccanismi anti crisi, così come l’impegno solennemente riaffermato di onorare i pagamenti dei propri debiti. Sul Giappone hanno preso nota, ha spiegato ancora Baroin, degli sforzi compiuti per ricostruire le aree devastate dal terremoto del marzo scorso.

Il vertice non era iniziato tra i migliori auspici: ripetute evocazioni dello spettro del crack di Lehamn Brothers, che nel 2008 innescò la caduta a precipizio delle Borse, e l’antivigilia del’11 settembre, e poco dopo l’arrivo dei delegati si è scatenata una nuova ondata di colli tra le Borse, dopo la notizia bomba delle dimissioni del capo economista della Bce, il tedesco Juergen Stark. Ha alimentato timori di spaccature in seno alla Bce, anche se a tarda serata le insistenti dichiarazioni di vari esponenti dell’istituzione monetaria sembrano aver ridimensionato questo episodio. Ma intanto l’euro è crollato a precipizio: da oltre 1,40 dollari cui fluttuava in mattinata è finito sotto quota 1,37.

E dopo settimane di tensioni per le Borse è stato un altro venerdì da dimenticare. Milano ha chiuso lasciando sul terreno un pesante meno 4,93 per cento del Fts-Mib, Madrid meno 4,44 per cento. Il differenziale di rendimento (spread) tra Btp dell’Italia a 10 anni e Bund tedeschi, cartina di tornasole delle percezioni di rischio da parte dei mercati, è risalito attorno a 355 punti base, dai circa 340 di ieri. Francoforte ha chiuso al meno 4,04 per cento, Parigi al meno 3,60 per cento, Londra meno 2,35 per cento, e a wall Street il Dow Jones ha ceduto il 2,69 per cento, il Nasdaq il 2,42 per cento.

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