«Ho subito chiamato la mia famiglia. Poi ci hanno blindato in ufficio»

La gaviratese Irene Lanfranchi, 29 anni: «Lavoro a 4 chilometri dall’aeroporto. Dopo Salah eravamo sereni...»

, originaria di Gavirate, ha 29 anni e ormai da più di quattro lavora a Bruxelles; è una dei tanti italiani che vivono nella capitale belga e che ieri mattina sono stati testimoni oculari dell’attentato terroristico che ha colpito la città simbolo dell’Ue, dove si trovano i palazzi che ospitano le istituzioni europee. Irene lavora per un’azienda del settore chimico che ha i suoi uffici a circa quattro chilometri dall’aeroporto di Bruxelles. Siamo riusciti a raggiungerla via chat su Facebook.

«Sono semplicemente sconvolta – afferma – ero nel mio ufficio quando ci sono state le esplosioni, ma non ho visto né sentito niente, se non le sirene delle ambulanze e della polizia».
La giovane varesina ha subito avvertito e tranquillizzato i suoi familiari che vivono a Gavirate. Lo spavento è stato tanto, anche perché per recarsi sul posto di lavoro, Irene prende tutte le mattine la metropolitana, altro luogo sfregiato ieri dalla furia dei terroristi. «Utilizzo però un’altra linea rispetto a quella colpita dalle esplosioni» sottolinea la lavoratrice varesina, che ha utilizzato la metropolitana belga anche ieri mattina, soltanto qualche minuto prima dell’entrata in azione dei terroristi.
Le autorità belghe hanno consigliato a coloro che si trovavano negli uffici e nelle case attorno all’aeroporto e alla metropolitana di non uscire dagli edifici. Irene ci ha raccontato in diretta cosa riusciva a vedere dalla finestra del suo ufficio poco dopo l’attentato: «Macchine della polizia ferme a bloccare una strada; il traffico è congestionato. Cerco come tutti notizie su internet per cercare di capire se riuscirò ad andare a casa questa sera». Irene ormai vive e lavora nella capitale belga da ormai più di quattro anni e conosce bene la città. «Dopo l’arresto di sabato del terrorista ricercato ho notato tra i belgi più che altro sollievo – racconta – dopo gli attentanti di Parigi di novembre, le pattuglie di militari e polizia in metropolitana, soprattutto in centro, erano aumentate, ma non negli ultimi giorni».
La vita nella capitale belga non potrà essere ovviamente più la stessa, dopo quanto successo ieri mattina. La giovane gaviratese sceglie tre parole che ben sintetizzano e fotografano non solo il suo stato d’animo, ma anche quello di tante altre persone, non solo a Bruxelles ma in tutta Europa, dopo quanto accaduto ieri mattina nella cuore dell’Unione Europea: «Ci si sente impotenti, increduli e devastati» conclude la giovane lavoratrice varesina.