«Ho voluto tendere la trappola a Lotito perché era ora di svelare tutto il marcio»

L’ex dg della Pro Patria Pino Iodice svela i retroscena della telefonata bomba al presidente della Lazio. «Iniziò a minacciarci dopo il nostro veto al bilancio di Lega. Si dimettano tutti e ripartiamo da zero»

La telefonata di a ha scatenato un terremoto nel calcio, incastrando il presidente della Lazio per sue disinvolte e sorprendenti considerazioni. L’attuale direttore generale dell’Ischia ed ex direttore generale della Pro Patria, aveva registrato di nascosto la telefonata, diventata poi di dominio pubblico. Un documento che potrebbe essere oggetto d’indagini per la Procura federale, visto che Lotito occupa il ruolo di consigliere dalla Figc e le sue parole non sono state certo in linea con i principi sportivi e prima di tutto con quelli etici. A Lotito era stata anche conferita la delega alla riforma dei campionati di serie A e B, revocata però martedì dal presidente della Figc su pressione del Governo, proprio a seguito della telefonata.


Non deve essere contento il sottoscritto, ma tutto il calcio italiano perché quella telefonata, che so non essere proprio il massimo della correttezza perché registrata a insaputa di Lotito, è servita a fare chiarezza e ad impedire che il calcio italiano andasse in una brutta direzione ed in mano ad un personaggio in preda ad un delirio di onnipotenza.


L’esasperazione. Dopo il 15 dicembre, quando l’Ischia ed altre società non hanno approvato il bilancio della Lega Pro, io e l’amministratore delegato abbiamo ricevuto una ventina di telefonate da Lotito, molto pesanti, in cui minacciava che ci avrebbe tagliato i contributi. Noi a Lotito abbiamo sempre risposto che non eravamo d’accordo con la sua politica del calcio. Punto. Macchè, ha continuato ed allora ho pensato: adesso gli tendo la trappola.

Attenzione. Se si ascolta bene la telefonata io non ho fatto domande tranello. Ha detto tutto lui, perché è un personaggio che non ti lascia parlare. Lui parla per ore, perché fa parte del suo carattere oltre a quello di voler imporre le sue idee e non di discutere.

Questo non lo so, bisognerebbe avere delle prove. Certo le parole di Lotito le lasciano ipotizzare e soprattutto è inquietante quel “mi”. Non dimentichiamo che Lotito è consigliere federale. E adesso il “mi” lo dico io: mi aspetto che intervengano la Procura federale e la Procura della Repubblica.


Ridurre il numero e bloccare le retrocessioni così da mettere fuori dal calcio le società periferiche. Mai avrebbero potuto avere chanches squadre come Sassuolo, Avellino, Ascoli ed altre. E mi hanno fatto male la parole del presidente del Chievo Campedelli in difesa delle ragioni di Lotito. Se fossero state accolte le sue idee, il Chievo sarebbe stata una di quella società che non avrebbe avuto la possibilità di rimanere nella massima serie. Mentre ringrazio la Juventus per la sua solidarietà.


Lotito l’ha buttata sul personale parlando di essere stato in società che sono fallite come Pro Patria, Taranto e Nocerina. Ma ha detto della stupidaggini. Non sono mai fallite. Certo, se dovessi cercare lavoro e dovessi trovare dei presidenti che mi chiudono le porte in faccia dopo questa vicenda, allora cambierei mestiere perché vuol dire che esiste l’omertà e che non si vuole cambiare veramente il calcio.


Colpa della testardaggine del presidente Macalli che dovrebbe solo dimettersi, così da resettare uomini ed idee. Rispetto per quello fatto, ma è il momento di cambiare.

Spero si salvi, anche se temo non sfuggirà ai playout. Meno male che il Pordenone ha perso oggi con la Giana e quindi è ultimo. Deve farcela, perché andare nei dilettanti sarebbe una sciagura per tutti.