– «Ora lo possiamo dire: la chiesa dedicata a Santo Stefano di Bizzozero è il monumento più antico della città di Varese».La voce di esce emozionata dall’apparecchio telefonico nel dare il notabile annuncio: il sentimento nasce non solo dall’importanza della scoperta, frutto di alcuni collegamenti storici finalmente accertati, ma anche dal veder ripagati gli enormi sforzi fatti nel tempo per la valorizzazione del luogo sacro
in oggetto.Terziroli parla a nome proprio e del professor, ieri a Lione e impossibile da raggiungere ma autore degli studi decisivi: dopo le recenti rivelazioni sull’esistenza di un santuario dedicato a San Rocco – antecedente al 1.500 – nei pressi della Prima Cappella, la coppia storico-appassionato “colpisce” ancora. E lo fa regalando un’altra chicca destinata a cambiare la prospettiva delle nostre comuni radici.
La scoperta deriva dall’incastro di vari elementi, collegati tra loro e dunque rivalutati al termine di un’appassionata ricerca. Si parte dai lavori di restauro della chiesa compiuti tra l’anno 1969 e il 1975.
Il comitato costituito all’epoca e comprendente Terziroli come segretario e tesoriere come direttore dei lavori e il professor, storico vivente di grande fama nelle vesti di presidente, arrivò a rilevare che il perimetro di questo edificio – risalente all’XI secolo – in realtà ne soppiantava due precedenti: uno dell’VIII-IX secolo ed un altro addirittura del VII. Non è finita. Sono presenti altre due testimonianze che portano ancora più a ritroso. La prima è una tomba attribuibile all’epoca romana, posta vicino al campanile e riportata in vita dallo stesso restauro all’interno della chiesa.
La seconda è un cippo rinvenuto nel 1817 – insieme ad un altro di più difficile lettura – dal prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano e, a quei tempi, murato nell’oratorio di Santo Stefano.
La lastra reca questa scritta in latino: “Tertullo, figlio di Censorino, con i suoi famigliari (lo ha fatto) costruire a Silvano per lo scioglimento di un voto”. Il cippo parrebbe dunque frutto di un voto sacro al dio Silvano, originario del II secolo e di cui è presente prova, oggi, nel Museo archeologico di Villa Mirabello.
La chiesa di Santo Stefano sorse dunque su un tempio pagano esistente due secoli dopo la nascita di Cristo?
Ci è arrivato il professor Talamona, mettendo insieme gli indizi e corroborandoli.
Lo storico ha in primis analizzato la toponomastica dei luoghi: la chiesa di Santo Stefano è situata nel punto in cui passava una strada romanica e vicino a un fiume chiamato Selvagna, da cui il richiamo a Silvano.
Poi ha trovato conferme da fonti rinvenute nell’archivio di San Vittore. Altri studi sull’oratorio di San Vittore ne danno una di senso contrario: la sua esistenza, secondo lo storico Scarazzini, risalirebbe a non prima del IV secolo.
Quella appena raccontata è solo una piccola e sicuramente incompleta anticipazione di una futura pubblicazione del professore originario di Bizzozero: in 100 pagine, Talamona spiegherà le ricerche eseguite, dando risalto anche ad altre nozioni storiche riguardanti il quartiere.
La conclusione, per il momento, spetta ancora a Giuseppe Terziroli. Fiero: «Coinvolgerò l’intera popolazione di Bizzozero per venire ad ammirare questo cippo. Da Lione, Talamona mi ha dato l’ok: siamo davanti al monumento più antico di Varese».