La gestione del mister, l’unione del gruppo. Ecco la forza della Pro. E c’è pure Santana…

Un avvio di stagione che fa sognare. Con la giusta concentrazione, si può fare il Monza

Che sia la Pro Patria di Mario Santana non lo scopriamo oggi. Qualcuno potrebbe dire che lo era anche prima di questa stagione, tutti possiamo dire che in questa stagione lo è certamente in maniera diversa e più decisiva.

Partiamo dai numeri nudi e crudi, 10 gol in 9 gare di campionato (siamo alla decima giornata ma i Tigrotti hanno già riposato) e unico attaccante del torneo ad essere andato a segno in ogni gara, roba da Batistuta di Firenze. Non solo, Mario Santana sta andando a segno una volta ogni 73 minuti, roba da Ciro Immobile in Serie A. E ancora, delle 10 reti segnate ben 6 sono arrivate sullo 0-0, roba da calcio di oratorio, quando il più forte la mette sempre. E se è vero che di oratorio non si parla è altrettanto vero che dei 21 punti bustocchi in classifica ben 18 portano la firma del capitano argentino, roba da datemi la palla che al resto penso io.

Guardando però oltre il “Gabriel Omar Immobile de noaltri” ci sono numerosi punti positivi e qualche piccolo neo che può essere tolto con il laser del tempo e del lavoro spalatino firmato Javorcic. Proprio il tecnico croato si è fatto apprezzare nella gestione dei portieri, domenica ha giocato Mangano dopo che Guadagnin era stato titolare in tutte le 8 precedenti uscite con questo ruolino in questo ordine cronologico: 6 gare pulite e senza sbavature, 1 papera che è costata il pareggio all’ultimo secondo del minuto extra di recupero con il Pontisola, 1 buona prestazione nella gara immediatamente successiva dopo lo scivolone personale.

Javorcic avrebbe potuto sostituirlo immediatamente, far pesare l’errore, facendo portare al ragazzo classe 1999 una croce importante; sbagliano tutti, può sbagliare anche un portiere di Serie D di 18 anni.

Il tecnico invece ha preferito farlo recuperare con una buona prestazione, ritrovandolo quindi a livello psicologico, e dare poi spazio al suo collega-antagonista, parliamo comunque di compagni che lottano per un posto da titolare e per il bene comune della squadra. Mangano, anch’egli classe ’99, domenica ha disputato una buona prova e stabilire oggi chi sia il titolare, posto che ne esista uno, risulterebbe un terno al lotto: certamente la competizione sana sta giovando, certamente Javorcic si è dimostrato abile psicologo nel non perdere una risorsa importante come Guadagnin.

Risorsa importante che fa rima con Pedone, passato da uomo perno della squadra nella scorsa stagione a riserva di lusso nelle prime uscite fino all’infortunio di Disabato che ha inevitabilmente aperto nuovi spazi che la mezz’ala ha saputo sfruttare come nessuno, impattando sulle partite in maniera importante e risultando decisivo anche sotto rete.

Chi decisivo sotto questo aspetto non è risponde al nome di Le Noci, tanta qualità, tanti bei palloni per i compagni, pochi, in realtà uno, nella porta avversaria. Durante l’estate si diceva che valesse 20 gol, speriamo arrivi alla metà sbloccandosi quanto prima anche se molto probabilmente il fatto che Santana sia in doppia cifra già prima della fine di ottobre è dovuto al suo stile e alla sua impostazione di gioco.

E gli altri? Tante belle individualità, ma soprattutto un gruppo che si sta dimostrando più forte e compatto degli altri in grado di fronteggiare le varie situazioni di gioco.

Questa Pro Patria può davvero vincere il campionato e ambire alla Lega Pro, il Monza schiacciasassi della scorsa stagione aveva 7 vittorie e 2 pareggi nelle prime 9 giornate, i biancoblù 2017-2018 hanno 6 vittorie e 3 pareggi. Similitudini anche nel percorso, a patto che si resti concentrati.