La passione per la mise en place e sull’arte di apparecchiare la tavola ha stimolato la mia curiosità a saperne di più sulla porcellana, sul significato di “Bone China” e da cosa si capisce che siamo di fronte a un piatto che vale o no. Insomma anche i piatti e le stoviglie in generale, hanno un’affascinante storia personale. Tanto per cominciare si intende un piatto in ceramica quando viene fabbricato con un contenuto argilloso, a volte miscelato con altri elementi, e cotto ad alte temperature.
Il fatto che alcuni piatti, soprattutto quelli realizzati a mano, risultino diversi uno dall’altro nonostante facciano parte di una stessa partita, dipende dalla percentuale di argilla utilizzata, dalla natura degli altri elementi aggiunti e il grado di temperatura della cottura.
E sempre a proposito di argilla, si divide in primaria e secondaria. Con la prima vengono realizzate le ceramiche più pregiate come la porcellana, la Bone China e la porcellana cinese; con quella secondaria quelle meno pregiate come le maioliche, le ceramiche di Faenza e le ceramiche bianche. Una cosa che forse non tutti sanno è che la porcellana è un tipo di ceramica. La più pregiata è quella lucida e la si riconosce non solo alla
vista ma anche al tatto: se la si picchietta con il dito risuona leggermente. Quella opaca no. Infine ecco la Bone China. È una varietà di porcellana molto conosciuta ed è la più resistente fra le ceramiche, ha un colore più simile al latte intero, un avorio delicato dato proprio dall’aggiunta delle ceneri di ossa animali. La Bone China è ricoperta con uno smalto a piombo che rende la superficie liscia e trasparente adatta ad ogni occasione.
Tranquilli, i sali di piombo contenuti nel prodotto finito non saranno ceduti agli alimenti perché l’alta temperatura di cottura li immobilizzerà senza rischi. Può avere una finitura lucida o opaca: quella lucida è adatta ad occasioni formali e informali, quella opaca si presta più a una tavola casual. Un consiglio: se vi divertite a fare shopping per mercatini, prima di acquistare un piatto, guardate il retro. Spesso sono disegnati dei simboli che possono rappresentare le iniziali o il nome per esteso della fabbrica di produzione o le iniziali dell’artigiano. Da questi segni si può riconoscere il produttore e l’anno di fabbricazione, quindi capire se un piatto è vecchio o antico, pregiato o meno.
© riproduzione riservata













