Stiamo vivendo un vero e proprio revival analogico che sta riportando in auge persino il vinile. Secondo alcune statistiche, nel 2023, solo negli Stati Uniti, sono stati venduti oltre 43 milioni di dischi in vinile, superando per il secondo anno consecutivo le vendite di CD (secondo i dati della Recording Industry Association of America – RIAA). Ma questo successo commerciale nasconde un paradosso: la produzione di vinili, come la conosciamo dal passato, non è eco-friendly.
Il vinile, infatti, viene prodotto con derivati del petrolio e, pertanto, ha un’impronta ambientale non trascurabile. Allo stesso tempo, anche la fase di distribuzione e conservazione richiede attenzione, sia per preservare i dischi sia per ridurre l’impatto degli imballaggi. Fortunatamente, per fare la differenza è possibile partire da una scelta consapevole dei materiali per la spedizione. Ad esempio, l’uso di materiale da imballo di qualità e l’adozione di materiale per imballaggio a basso impatto ambientale rappresentano piccoli ma importanti passi verso una logistica più verde, anche per negozi online e rivenditori di dischi.
La sfida ambientale della produzione di vinili
Entrando più nel dettaglio, è utile sapere che il processo di realizzazione di un disco in vinile coinvolge diversi materiali e fasi, molte delle quali sono energivore. Il PVC (polivinilcloruro), un materiale principale per la produzione di vinili, è un derivato del petrolio e richiede temperature elevate per essere fuso e pressato. Inoltre, durante i processi di realizzazione vengono usati macchinari datati e poco efficienti dal punto di vista energetico. A queste criticità si aggiungono la stampa delle copertine, l’uso di inchiostri e colle chimiche e il trasporto fisico su scala globale.
C’è da dire anche che alcune etichette indipendenti stanno iniziando a introdurre importanti modifiche: dal passaggio al PVC riciclato (o a un materiale alternativo) fino all’uso di cartone certificato FSC per le cover. Altre realtà, come la Green Vinyl Records nei Paesi Bassi, stanno testando metodi di stampa a bassa temperatura che promettono di ridurre del 60% le emissioni rispetto al metodo tradizionale.
La cura dei dischi: tra conservazione e impatto
Oltre alla produzione di vinili, non possono essere sottovalutate le fasi di utilizzo e conservazione dei dischi, che possono incidere sull’impatto ambientale. Le buste in plastica protettive, le custodie rigide e i detergenti chimici per la pulizia rappresentano infatti un ulteriore carico ecologico se non gestiti correttamente. Esistono però alternative green: buste interne ed esterne in materiali biodegradabili e soluzioni detergenti naturali per la manutenzione.
La cura del vinile non è solo una questione di estetica o di acustica. Mantenere i dischi in buone condizioni significa allungarne il ciclo di vita, evitando che vengano buttati o sostituiti prematuramente. In questo senso, grazie ai detergenti naturali, la sostenibilità incontra il collezionismo, trasformando l’amore per l’oggetto fisico in un atto di responsabilità ambientale.
Produzione di vinili: la musica può diventare messaggera di sostenibilità
Come abbiamo visto, nel contesto attuale, la transizione verso una produzione musicale più sostenibile è possibile. Tuttavia, richiede un impegno condiviso tra artisti e case discografiche, appassionati e rivenditori. La produzione di vinili sta quindi tornando ma anche cambiando al passo con i tempi. E questo è un ulteriore e importante step verso una maggiore sostenibilità nel settore musicale.