Madre e sorella chiuse nel silenzio. «È un bravo ragazzo. Come Oussama»

Famiglia distrutta - Le due donne evitano i cronisti nascoste dal velo: «Andiamo a preparargli la valigia»

«Non so nulla di quello che è successo. Non so nulla di jihadisti. So soltanto che mio fratello è un bravo ragazzo, così come lo era Oussama». , sorella di Abderrahmane Khachia, 23 anni di Brunello arrestato ieri nell’ambito della retata antiterrorismo che ha coinvolto altre cinque persone. Oussama è l’altro fratello di Amina, espulso per la sua vicinanza ad idee connesse all’estremismo islamico nel gennaio 2015 e morto in Siria nel dicembre scorso come foreign fighter,

ha poche parole. Quando Oussama fu espulso la famiglia reagì nello stesso modo.
Oussama non era un terrorista, aveva soltanto espresso un’opinione in un paese che sulla carta si diceva democratico. Abderrahmane Khachia, sino all’espulsione del fratello, era un ragazzino che ascoltava rap, tifava Inter, beveva birra e non disdegnava le cotolette di maiale. Quel fatto cambiò tutto. Alle 13 circa di ieri la madre di Oussama e Abderrahmane è uscita dalla questura di Varese, dove il figlio è rimasto sino a quasi le 18 in attesa di essere trasferito in carcere e ha ignorato i giornalisti tirandosi il velo sulla testa in modo ancora più deciso. La figlia s’è nascosta dietro un cappuccio.
«Sto andando a casa – ha detto la madre rapidamente – devo preparare la valigia per mio figlio». Abderrahmane è stato trasferito a San Vittore a disposizione dell’autorità giudiziaria. Sarà interrogato nelle prossime ore in sede di interrogatorio di garanzia. Al momento dell’arresto, ieri mattina, non ha battuto ciglio. Non ha opposto resistenza, non ha detto nulla. E un’amica di famiglia ha aggiunto:«È un ragazzo integrato, non ha mai fatto nulla di male. Certo non è un terrorista e questa vicenda ci preoccupa molto».