Masterplan Malpensa: respinto ricorso associazioni ecologiste contro Regione

Il ricorso al Tar dalle associazioni ecologiste arriva troppo tardi. Il progetto Masterplan 2023 per ampliare la zona aeroportuale di Malpensa è già stato firmato.

Il Tribunale amministrativo regionale ha respinto il ricorso presentato dalle associazioni ecologiste, ritenendolo «irricevibile per tardività della sua proposizione». Tramite il Coordinamento Salviamo il Ticino, le associazioni chiedevano a Regione Lombardia che la brughiera, vista la sua valenza naturalistica, venisse inserita tra i siti di importanza comunitaria (SIC), in modo tale da tutelare maggiormente l’area e scongiurare l’implementazione della zona aeroportuale di Malpensa contenuto nel Masterplan 2035.

La richiesta era già stata avanzata dal Parco del Ticino oltre dieci anni fa e proprio con il progetto Masterplan di Malpensa si è tornato a parlare dell’area naturale a sud dell’aeroporto. Gli ecologisti non solo avrebbero voluto contenere l’impatto ambientale che l’ampliamento della Cargo City avrebbe avuto su uno dei gioielli naturali del territorio, ma avrebbero anche voluto scongiurare lo sviluppo aeroportuale. La firma del Masterplan 2035 avvenuta lo scorso 6 giugno, però, ha confermato che quei 44 ettari verranno sacrificati in cambio dei 32 all’interno del sedime da restituire al verde.

Nella sentenza del Tar, si legge che «la Regione convenuta, nel negare alla ricorrente interesse alla conclusione del procedimento, avrebbe innanzitutto violato la disposizione […] secondo cui “le associazioni ambientaliste […] possono intervenire nei giudizi per danno ambientale e ricorrere in sede giurisdizione amministrativa per l’annullamento degli atti illegittimi”». Tuttavia, la legge «prevede un termine massimo entro il quale l’azione deve essere proposta. Tale termine è quello di un anno dalla scadenza del termine di conclusione del procedimento». E, in questo caso, quello del Parco del Ticino è «ad oggi abbondantemente scaduto da più di un anno», soprattutto se si prende in considerazione il fatto che «dall’aprile del 2016 in avanti non vi sia stata più alcuna attività istruttoria».