Mazurka Klandestina in Galleria: «La danza è vita contro il degrado»

Si sono ritrovati in tanti, martedì, per ballare e stare insieme: la chiamata su Facebook. Chiara: «A febbraio festeggiamo i due anni. Portiamo bellezza in luoghi abbandonati»

– Ballare la mazurka e il folk per riappropriarsi degli spazi urbani dimenticati. Questo è l’obiettivo dei ballerini che prendono parte alle notti di Mazurka Klandestina. Con la k, perché così si indica quel fenomeno di controcultura che si ripete in tutta Italia e che trasforma in animate sale da ballo le piazze, i sottopassi, gli angoli più abbandonati e desolati delle città. Nella sera del 5 gennaio la mazurka klandestina varesina, che esiste da quasi due anni, ha animato Galleria Manzoni, richiamando persone anche da Milano. «I ballerini delle klandestine si spostano molto, quindi capita praticamente sempre che ci siano persone che arrivano da fuori, nel nostro caso anche da Bologna – dice , una delle organizzatrici – L’evento viene comunicato su Facebook, alla pagina Mazurka Klandestina Varese e con il passaparola».

«Per diffondere la musica folk e la mazurka utilizziamo un impianto audio formato da un’autoradio e da batterie dell’auto attaccate al pc. La mazurka dell’Epifania si è conclusa nell’arco della serata, ma quando ci sono tante persone, anche 150, si balla fino alle 3 o alle 4 del mattino». Un aspetto interessante è l’eterogeneità di ballerini: sulle note folk anziani e giovani si mischiano. Sempre più ragazzi varesini si iscrivono a corsi di ballo.

I nonni, nello stesso tempo, scoprono un modo diverso di vivere la città. Le mazurke klandestine non hanno bisogno di bar e ristoranti. I partecipanti portano sempre qualcosa da bere e da mangiare da condividere con tutti. Gli organizzatori, invece, si occupano dei sacchi per la raccolta differenziata e di pulire lo spazio utilizzato. «Lasciamo la zona più pulita di come l’abbiamo trovata – continua Chiara – Lo scopo delle nostre mazurke klandestine, infatti, è proprio riappropriarsi gli spazi urbani». Chiara racconta che è capitato che i carabinieri fossero costretti ad interrompere le danze, come nella galleria dietro alla Benetton di via Veneto dove la musica arrecava fastidio ai residenti. In piazza Repubblica, invece, i carabinieri hanno fatto i complimenti al gruppo di ballerini, che contribuiva a rendere viva la zona e a scacciare le brutte frequentazioni. Nel febbraio scorso la mazurka klandestina di Varese, per il primo compleanno, ha organizzato un flash mob in corso Matteotti. Tra qualche settimana il gruppo festeggerà i due anni, sempre clandestinamente. Come? Presto per saperlo. Non sarà una «scheggia», termine con cui si definisce una mazurka klandestina pianificata dalla sera alla mattina. Ma non si tratterà neppure di un evento organizzato nel senso più tradizionale del termine.

«La caratteristica delle klandestine è quella di portare bellezza in posti abbandonati, senza chiedere nessuna autorizzazione o permesso – spiega Chiara, a cui abbiamo domandato se i ballerini fossero disponibili a collaborare con le istituzioni nella organizzazione di eventi – La mazurka klandestina è come un marchio registrato che si può usare solo quando l’evento risponde a certe caratteristiche, tra cui, appunto, la clandestinità. Ma se possiamo essere di stimolo alla città siamo contenti. Saremmo quindi disponibili a organizzare un evento folk in piazza». Una bella occasione per la città che potrebbe rivitalizzarsi con un’iniziativa sana, a costo zero, e di richiamo per i turisti. Alcuni ragazzi varesini che prendono parte alle mazurke klandestine, tra le altre cose, hanno fondato Folkantasia proprio per organizzare eventi folk non clandestini.