Pdl/ Alfano stoppa Udc e fronda:Impraticabile accantonare il Cav

Saint Vincent, 9 ott. (TMNews) – Risponde direttamente all’Udc, è vero. Ma il messaggio che Angelino Alfano lancia dal palco della kermesse organizzata da Gianfranco Rotondi a Saint Vincent è pensato anche per arrivare alle orecchie dei ‘frondisti’. Accantonare Berlusconi? “E’ una condizione impraticabile e ingiusta” dice il segretario del Pdl che continua a mettersi alla testa di un progetto di “aggregazione dei moderati” ma respinge le calusole “capestro”. Insomma, ancora una volta il ‘delfino’ erge un fortino in difesa del Cavaliere, cercando tra l’altro di smentire le voci giornalistiche che parlano di un raffreddamento dei rapporti.

Così come Alfano derubrica a semplice esercizio di stile dei media, l’attivismo delle fronde. Perché, minimizza, c’è stato un “ecesso di enfasi su ipotesi di divisioni interne” ma i giornali “non riusciranno a farci litigare”. Fatto sta che la prossima settimana il segretario vedrà Claudio Scajola che proprio ieri è tornato a chiedere a Berlusconi una “scossa” e ad auspicare un allargamento della maggioranza parlamentare che, come l’ex ministro dello Sviluppo economico sa bene, è impossibile senza che il premier si decida a fare il fatidico passo indietro.

Nel Pdl in molti nella dirigenza si dicono convinti che al momento clou in pochi finirebbero per seguire Scajola e Pisanu sull’eventuale strada della sfiducia, eppure c’è preoccupazione per i prossimi test parlamentari: in settimana, infatti, si vota sul Def e sulle intercettazioni. Il fatto è che a Berlusconi è ben chiaro che c’è una nutrita pattuglia di deputati che punta a portare a compimento questa legislatura, con questo o con un altro governo.

E’ anche per questo, infondo, che il Cavaliere continua a ribadire che il governo durerà fino al 2013 nonostante l’alleato numero uno, Umberto Bossi, lo consideri un orizzonte troppo lontano. Di mezzo c’è anche il referendum e non a caso oggi il segretario del Pdl Angelino Alfano è tornato a ribadire l’intenzione del partito di lavorare a una nuova legge elettorale. Si possono introdurre criteri di scelta dei candidati, ha spiegato, purchè non si mettano in discussione né il bipolarsimo né l’indicazione del premier. Inguaribile ottimista, l’ex ministro della Giustizia, si dice anche convinto che il centrodestra vincerà le prossime elezioni anche perché a sinistra ci sono Bersani-Di Pietro-Vendola che sono “divisi su tutto”.

Chissà se altrettanto ottimista, ma di certo rinfrancato da queste giornate trascorse in Russia per il Putin-party, Berlusconi fa oggi rientro in Italia dove sarà costretto a riaprire due annosi dossier che si era lasciato alle spalle prendendo il volo per San Pietroburgo: la nomina del successore di Mario Draghi alla guida della Banca d’Italia e la stesura del decreto sviluppo. Il ché vuol dire ridiscutere con Giulio Tremonti.

Bac

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