«Quando gli ho sparato ero ubriaco»

«Sì l’ho ucciso. Sì ho tolto la vita a una persona, distruggendo anche la mia e quella dei miei famigliari. La consapevolezza di quanto ho fatto non mi lascia dormire la notte. Ma no, non volevo uccidere Marino. Anzi: credevo che la pistola fosse scarica. È stato un incidente: quando ho visto Marino cadere sono morto anch’io».

, 48 anni, accusato dell’omicidio volontario di , coetaneo e vicino di casa nel residence Sette Laghi di Azzate, ha parlato per un’ora e mezza davanti al gup .

Assistito dall’avvocato , e interrogato anche dal pubblico ministero , Ammendola ha ripercorso quel drammatico 23 giugno 2013, giorno in cui si è consumata la tragedia.

Un uomo diverso, magrissimo e modesto, così è apparsa l’ex guardia giurata, che ha fatto autocritica su molte, moltissime cose.

«Ero incosciente e stupido con le armi», ha detto al giudice ricordando come da sbruffone in più occasioni aveva mostrato le sue pistole regolarmente detenute.

«Incosciente e stupido – ha ribadito al giudice – E maldestro quando avevo bevuto». Il che accadeva spesso, anche se in quel periodo Ammendola aveva limitato gli alcolici in conseguenza di una terapia radiologica per combattere una patologia tumorale.

Quel pomeriggio, al termine di una riunione per decidere il da farsi in merito al residence finito sotto sequestro per le note vicende giudiziarie e davanti al rischio concreto di perdere quella che era la sua abitazione, Ammendola aveva ceduto. E bevuto di tutto. Nessun litigio con Bonetti, ha precisato. C’era l’amarezza per la situazione, c’era la paura: «In quella casetta avevo investito tutti i miei soldi – ha spiegato – Me la stavano portando via così». E c’era la sopracitata stupidità, la leggerezza nel mostrare le armi: «Ero così ubriaco – ha detto al giudice – che quando ho scarrellato non mi sono reso conto che nell’arma c’era il caricatore».

Ammendola credeva che la pistola fosse scarica: ha premuto il grilletto convinto che scattasse a vuoto. «Ho visto Marino cadere sul tavolo. Sono morto anch’io», ha spiegato.

Ammendola ha in sintesi confermato l’accidentalità dell’accaduto, pur assumendosi la responsabilità dello sparo.

L’udienza è stata aggiornata al prossimo 8 ottobre. L’indagato è tornato agli arresti domiciliari come deciso dal recente provvedimento sospensivo della corte dio cassazione.

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