«Ridatemi la gioia di aspettare la partita»

Cosa è mancato domenica nella partita contro Pesaro? «Secondo me, manca il regista». Il nostro Francesco Caielli intervista il direttore di Rete 55 Matteo Inzaghi

Matteo Inzaghi domenica sera era davanti alla tv (non la sua Rete 55) a vedere la partita di Pesaro. E a incazzarsi, come tutti i tifosi biancorossi, per quel quarto periodo disastroso nel quale Moretti e i suoi hanno gettato via tutto quanto.


Non parlo di cose tecniche perché non ne ho le competenze. Parlo di persone e di uomini, parlo di aspetti emotivi.


Secondo me, manca il regista. E, ripeto, non parlo di tecnica o di giocatore: non punto il dito contro nessuno. Dico solo che manca il regista, e mi riferisco alla Settima Arte. Al cinema.


C’entra sempre. Immaginate che per iniziare a fare un film si presentino dieci attori, magari bravissimi. Poi un costumista e un addetto alla fotografia. E uno scenografo e un operatore. Però non arriva il regista. Ecco, il film non si può fare.


L’abbiamo visto a Pesaro: giocatori e allenatore non sapevano cosa fare e dove andare. E non è colpa di Moretti, sia chiaro: nemmeno lui ha riferimenti, nemmeno lui sa dove andare.


Semplice: ci si salva. Questo me lo auguro io e se lo augurano anche tutti quelli che hanno davvero Varese nel cuore. Perché dei gufacci che sperano vada tutto male per poi dire “l’avevo detto” non sappiamo che farcene. E poi…

E poi restituiteci la nostra Pallacanestro Varese, perché ce l’avete portata via. Fino a qualche anno fa, per quanto mi riguarda, aspettavo la domenica un po’ come si aspetta il momento in cui si va a letto per leggere una pagina del libro preferito. Ecco, questo splendido senso di attesa adesso si è perso, ed è la cosa che manca di più.


Ricordarsi che questa è la patria del basket: la gente al palazzetto ci va, sempre e comunque. Ma questo amore immenso va ripagato, dando la sensazione che essere a capo della Pallacanestro Varese sia un onore, non un onere come sembra adesso. Il presidente della Pallacanestro Varese dev’essere come il sindaco della città: orgoglioso di rappresentare la sua società.


Io credo che Cecco Vescovi sia la persona giusta da chiamare. Per Varese si taglierebbe le vene, e ne uscirebbe sangue biancorosso. Non sono convinto di poter dire la stessa cosa per gli attuali dirigenti.