Rosso di sera? “Merito” anche dell’inquinamento

I magnifici tramonti che tanto amiamo fotografare non sono solo un regalo di Madre Natura ma spesso sono rafforzati da fenomeni chimici

Ancora nella morsa del caldo estremo e torrido che ci attanaglia, magari trovando refrigerio dopo una giornata in piscina o al mare, sul far della sera tentiamo un ulteriore refrigerio gustandoci un aperitivo alle luci splendide del tramonto.

Ma queste fantastiche atmosfere luminose che spesso amiamo immortalare, non sono esclusivamente un regalo fattoci dalla nostra stella e dalle leggi fisiche, bensì sono corroborate da fenomeni chimici che incrementano il numero di particelle sospese nell’ atmosfera.

Quindi gli ossidi di azoto sono coadiuvanti ad ottenere impressionanti fenomeni colorati osservabili nelle prime ore della giornata e al levar del sole.

Gli NOX o ossidi di azoto di cui la prevalenza è costituita da monossido di azoto NO (incolore), diossido di azoto NO2 (colore giallastro/marroncino) e il protossido di azoto N2O (incolore e gas esilarante che porta alla pazzia) si formano in natura soprattutto a seguito delle esplosioni vulcaniche e di fulmini che squarciano il cielo, in maniera non significativa come prodotto generato dalle cellule del sistema immunitario degli organismo animali e dell’uomo nella distruzione degli agenti patogeni e infine in maniera massiva  a seguito della combustione, soprattutto ad alte temperature (motori delle automobili, industrie e centrali di produzione energia).

Anche la dinamica della combustione influisce sulla quantità di NOX che si genera, e nello specifico si suddividono in tre casistiche:
Fuel NOX: Nelle combustioni di elementi contenenti azoto (ad esempio del carbone)
Thermal NOX: che si formano in condizioni di alte temperature e in presenza di grandi quantità di ossigeno
Prompt NOX: si formano a seguito di combustioni dettate da reazioni chimiche molto veloci

Queste particelle sospese si riversano nell’atmosfera, dove se incorrono in precipitazioni possono ricadere sotto forma di pioggia acida sul terreno, altrimenti vanno ad ostacolare i raggi solari rimanendo nella condizione di sospensione… ma torniamo al nostro aperitivo, le forti colorazioni rosse della sera, ma anche del mattino, sono determinate dall’ostacolo geometrico che i raggi solari hanno nell’attraversare l’atmosfera, e nello specifico se la luce di colore blu caratterizzata da frequenze alta e piccola lunghezza d’onda non riesce a eludere l’ostacolo fisico dettato dalle particelle,

la luce rossa di frequenza inferiore ma lunghezza d’onda maggiore, riesce a raggiungere i nostro occhi superando gli ostacoli. Questo fenomeno è particolarmente evidente la mattina e la sera, e cioè quando i raggi del sole incidono l’atmosfera con un’inclinazione maggiore e quindi incontrando maggior ostacolo. Nonostante ciò un cielo particolarmente arancione può caratterizzare molte città e metropoli durante tutta la giornata, il fenomeno in questo caso è dettato dalla forte presenza di materiale sospeso.

Ed in questo periodo di forte siccità gli incendi, purtroppo vanno a colorare di un rosso intenso e creando cieli di straordinaria bellezza (quasi quadri impressionisti) immettendo nell’aria grandi quantità di ossidi di azoto.

Prima di lasciarvi ad uno spensierato, ma consapevole aperitivo vorrei condividere con voi una ricerca molto interessante che intitolerei così “Informazioni sulla qualità dell’aria nei tramonti dipinti da grandi maestri nei secoli”

Un gruppo di ricercatori greci e tedeschi ha dimostrato il variare e i picchi di inquinamento dell’atmosfera nel passato attraverso i dipinti. Infatti i quadri rivelano che cenere e gas rilasciati durante le eruzioni vulcaniche disperdono i diversi colori della luce solare, rendendo i tramonti più rossi del consueto. I loro risultati sono stati pubblicati il 25/03/2014 sull’Atmospheric Chemistry and Physics, una rivista della European Geosciences Union (Egu).

Un esempio? Durante l’eruzione del Tambora vulcano indonesiano avvenuta nel 1815, durante la giornata del lontano 10 aprile 1815 e nei mesi successivi vennero immesse nell’aria tonnellate e tonnellate di ceneri, gas e vapori avvolgendo l’intero globo che persistettero per mesi, ma dopo tre anni dall’eruzione nell’aria erano ancora presenti tali sostanze. L’eruzione fu in grado addirittura di abbassare significativamente la temperatura globale, con danni all’agricoltura ingenti. Memorabile fu il 1816 che a causa dell’eruzione dell’anno precedente rimase alla storia come l’anno senza sole.

Il cielo era avvolto da una nube di ceneri e residui gassosi che impediva ai raggi solari di penetrare l’atmosfera, sembrava che il globo fosse immerso in una nebbia color arancio, immortalata dal pittore inglese Joseph Mallord William Turner (1775-1851) in un quadro senza titolo di cui vi ripoto di seguito, affiancandolo ad una splendida immagine immortalata della nostra Varese.

A sinistra Joseph Mallord William Turner, quadro senza titolo. A destra foto da me scattata il 29/10/2017 con un tramonto splendido

È un caso il colore del cielo? l’incendio che seppur appena percepibile libera nell’aria quantità importanti di ossidi di azoto, saranno loro i responsabili di questo tramonto rosso arancione? È un caso che i colori tra il quadro di Turner e la mia foto siano pressoché identici?  Non dimentichiamoci che le particelle di aerosol fanno diventare il rosso e l’arancio i colori prevalenti durante la dispersione degli ultimi raggi solari nell’atmosfera.

Ma quando riproduciamo il “Tambora” all’interno delle nostre case? Vi elenco alcune fonti di emissione: il fumo di tabacco, le stufe a legna, le romantiche candele profumate, i bastoncini di incenso, i fornelli delle cucine…

Una curiosità durante il processo di cottura prossimo rilasciare nell’aria valori medi di biossido di azoto, sostanza cancerogena, di 478 µg/m3 e purtroppo è dimostrato che concentrazioni superiori a 350 µg/m3 provocano disturbi respiratori nei bambini. Questa è una delle ragioni per cui è obbligatorio in Regione Lombardia ai sensi di una delibera del 1995, installare idonea cappa di aspirazione. In procinto della fase di cottura l’accensione della stessa riduce almeno del 77% i contaminanti prodotti.

Con un occhio più consapevole potremmo dunque ammirare gli splendidi tramonti ahimè regalatici anche dall’inquinamento dell’aria generato altresì dagli incendi e che sempre più spesso si ripropongono.

Erica Dalsass – esperto in interventi di risanamento