Sempre meno lombardi, popolazione in calo. A Varese e provincia 2.425 residenti in meno

I dati dell'ultimo censimento Istat: il nostro territorio dietro solo a Milano e Brescia per diminuzione di cittadinanza. Fontana: "'Siamo convinti ci siano risorse per poter rilanciare la natalità nel nostro Paese. Fontana: "L'immigrazione non può essere unica soluzione. Impegno della Regione a favore delle famiglie"

VARESE – – Popolazione in calo in Lombardia secondo i dati dell’ultimo censimento dell’Istat: al 31 dicembre 2021 sono 9.943.004 i residenti, in diminuzione dello 0,4% rispetto al 2020 (-38.550 individui), ma in aumento del 2,5% rispetto al 2011. La mortalità, sebbene ridotta rispetto al 2020, resta elevata; il tasso di natalità è, invece, rimasto invariato. 

Varese e provincia: 2.425 residenti in meno

Il decremento rispetto al 2020 si deve alla dinamica naturale e alla correzione censuaria entrambe negative, non compensate da un saldo migratorio in ripresa. Gli stranieri censiti sono 1.155.393 (-35.496 rispetto al 2020). A Milano e provincia il maggior calo Il maggior decremento di popolazione lo registra la provincia di Milano che perde 27.183 residenti (0,8%) su un totale regione di 38.550 persone in meno. Seguono Brescia e Varese, con rispettivamente 2.552

e 2.425 residenti in meno. La provincia di Monza e della Brianza è l’unica in lieve incremento di residenti (+294). Sono 804 i comuni dove la popolazione diminuisce: in valore assoluto le perdite più consistenti si registrano a Milano (-24.652) e Brescia (-1.398); in termini relativi, nei comuni di Rocca de’ Giorgi (-11,8%), Lozio e Nicorvo (entrambi -6,4%). Meno nati e meno morti Tra il 2020 e il 2021 il tasso di natalità rimane invariato (6,9 per mille), seppure con un numero di nati minore rispetto al 2020 (-317).

A livello provinciale il tasso resta stabile nella provincia di Monza e della Brianza, aumenta in tutte le altre, tranne nelle province di Brescia, Como, Lecco, Mantova e Pavia, dove diminuisce. Il tasso di mortalità, invece, passa dal 13,6 per mille del 2020 al 10,8 per mille del 2021, con il picco del 13,7 per mille della provincia di Pavia. Le più longeve sono le donne che rappresentano il 50,9% del totale e superano gli uomini di circa 180mila unità, a conferma del 2020 (51%). In ogni caso la popolazione lombarda, nel 2021, è la meno anziana per entrambi i generi d’Italia, in particolare per le classi 60-64, 65-69 e 70-74 anni. L’età media è in leggero aumento, 45,9 anni, ma più bassa della media nazionale (46,2 anni). La province di Bergamo e Brescia sono le più giovani, all’opposto, il processo di invecchiamento risulta più evidente nelle province di Pavia e Cremona.

La popolazione straniera

La diminuzione della popolazione residente della Lombardia non viene compensata dalle migrazioni nonostante un recupero dei movimenti migratori interni ed internazionali nel 2021 rispetto al 2020. Al 2021 si parla di 1.155.393 persone (-35.496 rispetto al 2020), il 23,0% della popolazione straniera residente in Italia, provenienti da 186 Paesi, prevalentemente da Romania (14,8%), Egitto (8,2%) e Marocco (7,9%). Egiziani, filippini e peruviani presentano una particolare concentrazione rispetto al livello nazionale. Oltre il 60% risiede nelle tre province di Milano (40,1%), Brescia (13,2%) e Bergamo (10,3%).

Fontana: “L’immigrazione non può essere unica soluzione”. L’impegno della Regione a favore delle famiglie

”Siamo convinti ci siano risorse per poter rilanciare la natalità nel nostro Paese. Crediamo che l’immigrazione possa essere una delle soluzioni ma non deve essere l’unica soluzione, dobbiamo cercare di trovare soluzioni all’interno, non aspettare arrivino da altri”. Sono le parole, di qualche mese fa ma ancora attuali, del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana , nel corso del convegno ‘Demografica, popolazione, persone, natalità: noi domani’ all’Adnkronos. ”Stiamo portando avanti -continua il governatore lombardo- iniziative per favorire la famiglia e una maggiore natalità, come il fondo per le politiche familiari e il sostegno al pagamento dei canoni per i genitori separati: iniziative che vanno ad agevolare la famiglia, la natalità, per mettere le donne in condizione di svolgere il ruolo di moglie, mamma e lavoratrice”.