«Serve cadere, per tornare grandi»

Stefano Sottili e il suo Bassano dei miracoli, guarda verso Masnago e sorride anche con il cuore

Se la fede sposta le montagne, la pazienza raggiunge le cime. Stefano Sottili è stato paziente ed umile e, sul campo e con gli interessi, si sta riprendendo tutto. Lo abbiamo visto e conosciuto qui a Varese in una delle stagioni più storte possibili, sia per il popolo varesino nonostante la salvezza finale che per lo stesso Sottili. Ora il tecnico toscano è alla prima stagione a Bassano del Grappa e sta costruendo come solo lui sa fare un piccolo miracolo.

Attualmente è al secondo posto nel girone A di Lega Pro, alle spalle del Cittadella che è già virtualmente promosso ma che settimana scorsa il Bassano è riuscito a battere. E sta lottando per riprendersi quella B con cui, a Varese, ha avuto un rapporto conflittuale. Nelle sue parole incontriamo orgoglio e speranza: «La squadra sta facendo tanto, stiamo disputando un ottimo campionato scontrandoci con la difficoltà di doversi ripetere dopo la stagione scorsa. Perché

nel 2015 il Bassano arrivò a pari punti con il Novara, e salì il Novara, e poi perse la finale play-off con il Como. Non è semplicissimo ripetersi soprattutto di fronte a società che hanno speso molto più di noi cercando la promozione diretta».
Il sogno, senza neanche nasconderlo, è la Serie B: «Dobbiamo dare tutto per poterci arrivare, ragionando di obiettivo in obiettivo. Innanzitutto è necessario consolidare il secondo posto in classifica, e se così sarà poi potremo pensare ai play-off». La classifica del Bassano assume una valenza ancora superiore se si considera che nel mercato di gennaio ha fatto le valigie il pezzo pregiato dei giallorossi, capitan Iocolano, passato all’Alessandria: «È stata una cessione giusta a livello aziendale, è arrivata un’offerta irrinunciabile ed il giocatore è partito. La società ha spiegato bene le sue ragioni alla squadra, che si è sentita maggiormente responsabilizzata ed ha avuto una ottima crescita di rendimento. Nello stesso mercato di gennaio ho accolto poi Momentè, un ex Varese. Nel girone di ritorno abbiamo fatto più punti che in quello di andata, perché i ragazzi hanno avuto una grande reazione». Ma quanto è cambiato Stefano Sottili dopo l’esperienza a Varese? «Si cambia perché le esperienze aiutano a crescere, anche se non si deve vivere di ricordi. È stata l’unica volta nella mia carriera da allenatore in cui sono stato esonerato, per giunta due volte. Però probabilmente è stata l’annata che mi ha fatto crescere di più sotto tanti punti di vista, nella gestione delle situazioni, nei rapporti con l’ambiente esterno e poi sicuramente nel lavoro sul campo».

Il discorso passa presto, come è d’altronde inevitabile, sul Varese: «Sono contentissimo, davvero. Li ho visti festeggiare al termine di un campionato stratosferico, e sono felice che questa squadra sia riuscita subito a ridare entusiasmo a quei tifosi che tanto avevano sofferto nella scorsa stagione. Forse talvolta, paradossalmente, certe situazioni aiutano anche a ripartire grazie a quelle caratteristiche che Varese incarna, ossia una piazza molto passionale che merita di tornare il prima possibile tra i professionisti, e non parlo solo di Lega Pro».