A chi di voi non è mai capitato di scoprire con orrore una macchia sulla camicia o la maglietta preferita? E pensare “adesso come la levo”?
Mi sono documentata in merito e ho scoperto che la moderna chimica, tolti i comuni rimedi della “nonna” comunque in molti casi efficaci, offre due diverse tipologie di approccio. In ogni caso, prima di procedere con una delle due, bisogna capire di che tipo di macchia si tratti. Poi, a seconda della tipologia, si potrà procedere.
Primo approccio: il simile scioglie il simile, almeno nella chimica. Stiamo parlando delle sostanze grasse od oleose. Se dovesse servire qualcosa in grado di sciogliere la macchia di unto, il prodotto più adatto sarà un solvente poiché evaporando si porterà con sé la macchia.
Due sono i solventi facilmente reperibili in commercio, la trielina e il suo simile l’n-esano, nome chimico del composto presente in moltissimi smacchiatori . Se il danno non si limita a una sola macchia, l’unica soluzione è il lavaggio a secco in tintoria.
Per quanto riguarda invece le macchie vegetali colorate, come ad esempio erba o il viola del vino, potrete ricorrere all’alcol etilico, l’acetone o un suo simile. Vi consiglio prima però di procedere sulla parte interessata, di testare il solvente in una parte nascosta del vostro abito o pantalone, come ad esempio un risvolto. Il secondo approccio offerto dalla chimica è quello di rendere invisibile la macchia.
Come? Schiarendola come fa ad esempio la candeggina, il perborato o l’acqua ossigenata.
Tutti prodotti dalla caratteristiche ossidanti che aggrediscono la molecola colorata attraverso la reazione di ossidazione.
Quando utilizzarla? Sono molti i casi in cui viene usata, i più comuni riguardano comunque macchie di sudore, caffè e del trucco come fondotinta, rossetto e ombretto.
Inoltre, la candeggina oltre ad essere un valido sbiancante, ha proprietà disinfettanti e battericide. E la macchia se ne va!
© riproduzione riservata