«Noi crediamo in una Varese migliore»

Al De Filippi confronto tra i quattro candidati alle primarie del centrosinistra: e noi diamo pure i voti. Parola chiave? De Simone: «Giovani». Galimberti: «Novità». Marantelli: «Anima». Zanzi: «Ambiente»

Non è stata una serata a chi gridava più forte, non è stato un confronto sgarbato e nemmeno è stato un fare il verso ai talk show urlati dei politici navigati. I quattro candidati alle primarie del centrosinistra hanno preso le loro idee e le hanno messe sul tavolo. Daniele Marantelli, Davide Galimberti, Daniele Zanzi e Dino De Simone si sono messi di fronte alla città.
È stato bello scoprire i motivi per cui i quattro hanno deciso di scendere in campo.

, giovane e sempre lontano dalle luci della vita politica: «Ma – ha detto – la mia faccia nuova sarà il mio punto di forza. Perché oggi la gente vuole questo: volti nuovi, i politici di professione non tirano più». Anche è una faccia nuova, anche se «da quindici anni lavoro con la Regione Lombardia e mi occupo di certificazione ambientale. È vero, non sono molto conosciuto ma in questi mesi ho avuto modo di farmi vedere e di parlare con la gente. Io non sono un uomo solo al comando, ma sono parte di una squadra che cambierà Varese». Anche parla di squadra: «Poca esperienza politica, forse. Ma tanta esperienza di imprenditore che ha girato il mondo e fatto parlare la gente. Non è vero che noi, io e la mia squadra, siamo apolitici: noi siamo lontani da questa politica, disomogenei a questa politica. Voglio, vogliamo cambiare il modo di fare politica». , invece, politico lo è: «Ma non sono mai stato dipendente di un partito, mai: neppure per un giorno. I miei genitori mi hanno tirato su con la forza dei valori semplici, questa città mi ha dato tante opportunità: conosco la gente di Varese e credo di sapere cosa serva. Ho sempre giocato a pallone e so che in una squadra c’è bisogno di tutti: finite queste primarie proveremo a vincere e, credo, questa volta si può vincere davvero».
Tutti e quattro concordano sul fatto che Varese sia una città che sta male. «Aree dismesse da recuperare» dice De Simone, «Città in declino, che sta male» ripete Zanzi, «Varese da rendere più umana» lo spunto di Marantelli, «Città che perde le occasioni che passano» secondo Galimberti.
Diverse sono le strade da intraprendere. Zanzi ha il suo mantra: «L’ambiente deve dettare le linee guida di tutte le scelte che verranno prese da qui in avanti: deve governare i trasporti, il piano regolatore». Per Galimberti «una città che pensa al futuro punta la sua attività sullo strumento urbanistico e riprende le attività e le vocazioni sul territorio. Il progetto delle stazioni è fondamentale per garantire sicurezza alla zona, ma diventa ancora più importante con la prossima apertura dell’Arcisate-Stabio che regalerà a Varese un ruolo centrale». Marantelli parla di una città cambiata: «Bisogna premiare chi crea ricchezza e dobbiamo tornare a essere capoluogo, per attrarre investimenti e regalare dignità alle persone. I varesini di successo che sono andati via devono essere richiamati qui per fare una grande Varese, e sono certo che molti di loro sono disposti a farlo». De Simone punta sui giovani: «Da affiancare nei loro sogni, nelle loro idee e nelle loro voglie di futuro. Bisogna creare un polo in cui le startup possano crescere e prosperare: e quel polo deve nascere nell’ex caserma Garibaldi».
Giochiamo un po’, dando i voti alla serata. Zanzi (7,5) gestisce alla perfezione le risposte, alza la voce quando serve, appassiona la folla senza provare a fare il politico di professione. Dice poche cose, ma le cose che dice sono chiarissime. De Simone (6,5) ci mette un po’ a carburare, ma riesce a portare i binari della discussione dove vuole lui. Galimberti (7) piace per quello che dice e per la freschezza: non è un animale politico e non è a suo agio con il microfono, e questo in una serata così un po’ lo penalizza. Marantelli (7,5) parla da varesino ai varesini e tocca le corde giuste: è abituato a parlare davanti a tanta gente, è bravo a usare le parole. Quel che dice arriva dove vuole lui.