Shock in Siria Due ventenni sparite nel nulla

La passione per il volontariato e il desiderio di aiutare i più deboli, vittime delle guerre, le hanno spinte a partire, a mettersi in viaggio per dare una mano a chi ne ha bisogno.

Dallo scorso 28 luglio le due giovani cooperanti Greta Ramelli, di Gavirate, e Vanessa Marzullo, di Bremabate, in provincia di Bergamo, si trovavano in Siria per seguire progetti umanitari nel Paese teatro di un sanguinoso conflitto.

Nei giorni scorsi le due ragazze, entrambe 21enni, sono state rapite, e i familiari stanno vivendo ore di ansia.

Con loro potrebbe essere stata sequestrata una terza persona ma su questo non c’è alcuna notizia certa.

Greta e Vanessa sarebbero state rapite da uomini armati, che avrebbero circondato nella notte la casa in cui vivevano ad Aleppo, una delle zone maggiormente colpite dalla guerra.

Criminali o miliziani?

Ancora non è chiaro se a mettere a segno il sequestro siano stati criminali comuni o uomini appartenenti a qualche milizia.

Il ministero degli Esteri ha subito attivato l’Unità di crisi, ed è al lavoro per rintracciare le due ragazze.

Fondatrici del Progetto Horryaty – iniziativa di solidarietà per la Siria, che si occupa soprattutto di attività nel settore sanitario e idrico, Greta e Vanessa erano impegnate da tempo nel mondo del volontariato.

Nonostante la giovane età, avevano accumulato esperienza nella cooperazione internazionale grazie a diverse missioni in Africa e in Medio Oriente. Il 7 luglio, alcuni giorni prima di partire per il suo terzo viaggio in Siria, Greta aveva partecipato a un incontro sul “conflitto dimenticato” organizzato dall’associazione “I care” a Travedona Monate, raccontando le sue impressioni sulla guerra.

Poi, il 28 luglio, insieme a Vanessa e ad altri cooperanti era entrata in Siria passando per Atma, uno dei più grandi campi profughi, vicino al confine con la Turchia. Sulla pagina Facebook di Greta l’ultimo aggiornamento risale al 31 luglio: una foto di Aleppo devastata dai bombardamenti e un ragazzo con il kalashnikov e un giubbotto mimetico che guarda le macerie di un edificio distrutto. Su quella di Vanessa, l’ultimo post è del 16 luglio.

«Rosso, rosso come quel lettino – ha scritto la volontaria su Facebook – E sul lettino il corpicino martoriato della bambina di Aleppo le cui gambe sono state polverizzate da un’esplosione».

«Rosso come le macchie ormai incrostate sulle pareti e il pavimento, nell’angolo della stanza dove vi hanno torturati fino a farvi desiderare la morte, fino a farvi morire in maniera indicibile».

Con Vanessa e Greta salgono a tre gli italiani rapiti in Siria: da luglio dello scorso anno non si hanno più notizie di padre , 59 anni, gesuita romano che ha lavorato nel Paese per trent’anni.

In tutto il mondo ci sono altri tre italiani sequestrati: , 38 anni, cooperante scomparso in Pakistan da due anni;, 48 anni, impiegato, sequestrato in Libia a marzo; , tecnico rapito un mese fa sempre in Libia.

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