Molinari: «Quando chiama il Varese…». Bruzzone: «Ora, diventiamo gruppo»

I nuovi arrivati sono stati subito travolti dall’entusiasmo dei tifosi. Battistello: «Questa è una grande piazza, qui per vincere»

Grande attesa al campo sportivo di Chatillon, dove i tifosi sono arrivati intorno alle 15.30 per attendere e salutare i giocatori e, poi, seguirne la prima amichevole in famiglia. Trasportati dall’eterno Aldo Cunati con il pulmino, i biancorossi hanno raggiunto in gruppetti il campo, fermandosi a chiacchierare con i supporter fuori dagli spogliatoi.

Tra i più acclamati Hernan Rodolfo Molinari, il bomber chiamato a Varese per mettere la ciliegina a una leggendaria carriera da più di 200 gol: «Sono felice di essere qui: quando ti chiama una squadra come il Varese non puoi che accettare. Anche perché la società vuole vincere ed è proprio ciò che cercavo dopo l’addio alla Fermana. Cosa prometto? Spero i gol, di certo il sacrificio: per arrivare in alto».

Il suo partner in attacco sarà Longobardi e i tifosi sognano: «Sapevo chi fosse di nome – prosegue Molinari – ora ho anche conosciuto una persona stupenda: sappiamo di avere tutti gli occhi addosso e, altrettanto, cosa ci giochiamo: daremo il massimo. Il mio idolo da piccolo? In pochi lo conoscono: è Bruno Marioni, con cui ho potuto giocare quando ero giovane all’Estudiantes. Per quanto riguarda l’obiettivo personale, un attaccante vuole sempre andare in rete: ma se devo barattere i gol per i punti, lo faccio volentieri». Chiusi i taccuini, Molinari viene battezzato dai tre “over” del pullman, che lo tengono a colloquio: al passaggio di Longobardi, il bomber scherza sulla loro carta d’identità (i due attaccanti hanno 35 anni): «Longo, vieni qui con i nostri compagni di scuola…».

Secondo battesimo per Matteo Bruzzone, che torna a Varese dopo esserci cresciuto: «Sono contento e orgoglioso di essere ancora qui: non vedo l’ora di giocare. La stagione in Primavera con mister Bettinelli è stata molto importante per me: il Betti mi ha insegnato tanto e grazie a lui sono cresciuto, soprattutto come uomo. Mi aspetto tanto da questa stagione, vogliamo vincere e ci proveremo. Ora conta costruire il gruppo: solo lì il singolo può esaltarsi». Una battuta anche da Andrea Battistello, ultimo arrivato in famiglia (mezz’ala ’98, l’anno scorso a Inveruno): «Ho firmato martedì mattina e nel pomeriggio mi ha portato qui il direttore Merlin. Ero partito in ritiro con la Reggiana, dalla quale arrivo in prestito, ma poi ho deciso di venire qui: Varese è una della piazze più importanti della categoria e spero di vincere il campionato».

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